Dal mio licenziamento è nato Animerranti. Ecco come Annalisa ha realizzato il suo sogno.

Durante la nostra vita, sin da bambini, veniamo indotti dalla società, la scuola e purtroppo anche i nostri genitori a seguire un determinato percorso.

Pensiamo sia normale e giusto seguire quel sentiero, ma nonostante sia attraversato pressoché da tutti, in età adulta non sono in pochi quelli a sentirsi smarriti.

Perché accade questo? Probabilmente quel famoso percorso non risulta giusto per ogni essere vivente, anzi.

Rimanere perfettamente coscienti su quali erano e quali sono i nostri reali desideri non è facile, ma è nostro dovere mantenere vivi i nostri sogni.

 

Ciao Annalisa, dicci chi sei…..

Ciao Nico e grazie per questa intervista.

Mi chiamo Annalisa, ho 33 anni e sono di Napoli.

Da quando sono rientrata dall’Asia non sono più riuscita a rientrare in città, quindi mi sono trasferita vicino a Caserta, sulle montagne.

 

Cosa fai attualmente per vivere? Di cosa ti occupi?

Io sono una giornalista di viaggi ma non sto lavorando a livello professionale con questo titolo, ma ho invece fondato un’associazione che si chiama “animerranti outdoor experience” che è un’associazione di eventi outdoor ma non solo, organizzo anche incontri fra persone della mia città con interessi in comune, anche solo per gustarsi un aperitivo insieme.

IG @animerranti

 

Interessante, ma immagino non sia stata sempre la tua professione, cosa facevi prima di questo?

Prima potevo essere definita la classica persona normale, poi sono guarita e sono diventata la persona che sono oggi :-D.

Prima lavoravo presso una società finanziaria, ero dirigente di questa società, ed ero nel classico loop lavorativo “tanti soldi-zero tempo”.

Ho lavorato in questa azienda per 8 anni, e a 29 anni ho capito che era il momento di chiudere quel capitolo e ascoltare me stessa.

Così chiesi le dimissioni e mi caricai uno zaino sulle spalle per partire all’avventura.

 

Passo importante! Cosa ti ha portato a questo cambiamento così drastico? Non deve essere stato facile.

No, non è stato facile, perché quando hai 29 anni nessuno vede di buon occhio lasciare un contratto a tempo indeterminato per viaggiare nel mondo.

Quasi nessuno appoggiò la mia decisione, e in molti provarono a dissuadermi.

Mi sono ritrovata praticamente da sola con questa mia scelta, ma ero consapevole di non essere felice con la mia vita precedente, e questo mi ha dato la forza di continuare.

 

Qual’è stata la paura più grande che avevi nel momento in cui hai messo la firma per le dimissioni?

Quando ho messo la firma in realtà non avevo nessuna paura, ma avevo solo tanto sollievo, perché il contratto a tempo indeterminato a me metteva ansia.

Ricordo di un giorno in cui ero in ufficio, lavoravo lì da 7 anni ed ero già dirigente di questa società, stavo prendendo un caffè e mi affacciai alla finestra, e lì mi immaginai sempre in quel preciso punto, con le stesse persone a fare la stessa cosa 10 anni dopo.

Quella sensazione mi fece capire che io non ero fatta per tutto questo, che io non volevo sapere dove potevo essere fra 10 anni, volevo immagine un futuro pieno di avventure ed esperienze.

IG @animerranti

 

Quando hai deciso di mollare tutto avevi un progetto per poter cambiare vita oppure eri partita con l’idea di fare solo un’esperienza?

Ero partita con l’idea di fare solo un’esperienza.

Sono due i motivi per cui un viaggiatore molla tutto e parte:

  1. E’ perché è insoddisfatto di quello che ha quindi fugge da qualcosa, che era il mio caso
  2. E’ soddisfatto di quello che ha ma vuole comunque fare un’esperienza per poi ritornare

Io fuggivo, sapevo da cosa, ma non sapevo cosa stavo cercando.

In quegli anni in cui lavoravo riuscii a mettermi via un pò di soldi, anche perché convivevo e avrei dovuto sposarmi.

Avevo una relazione molto lunga, e lasciando il lavoro ho interrotto anche la relazione con questa persona.

Ho fatto un cambio radicale, cominciai poi a studiare giornalismo e partii per il viaggio zaino in spalla.

Quando partii non sapevo nemmeno quando sarei tornata, avevo detto ai miei genitori che sarei rientrata dopo un mese al termine del cammino di Santiago, ma alla fine stetti via quasi un anno.

Mi ci volle solo un mese per capire che non sarei potuta più tornare alla mia vita precedente.

 

Quanto ci hai messo a sviluppare il tuo progetto per riuscire a monetizzarlo?

Considera che quando sono partita la prima volta nel 2016, sono stata via un anno, poi sono rientrata in Italia e ho viaggiato nel nostro territorio per 6 mesi.

Dopodiché sono partita di nuovo per l’Asia e sono stata via altri mesi, quando poi rientrai di nuovo provai a tornare ad una vita normale, senza successo.

Da lì mi è nata la consapevolezza di dover costruire qualcosa di mio che avesse la forma dei miei sogni.

In quel periodo ricevevo tantissimi messaggi di persone che amavano quello che facevo, e mi chiedevano di portarle con me nelle mie avventure, io inizialmente dicevo di no, perché non sapevo bene come organizzarmi per una cosa del genere.

Poi per gioco ho cominciato a fare delle escursioni e ad invitare persone, e mi sono ritrovata con 20 persone che stavano venendo con me in montagna, contentissime a fine giornata.

Da lì è nata l’idea di trasformare Animerranti in un’associazione di outdoor experience.

Oltre questo, con Animerranti non organizzo solo le uscite fuori porta, ma anche semplici aperitivi e incontri con persone con gli stessi interessi, in modo da aiutare a conoscere nuovi amici.

IG @animerranti

 

Queste outdoor experience le fai solo nella tua regione oppure su tutto il territorio Italiano?

Sono partita solo dalla mia regione che è la Campania in quanto è la zona che conosco meglio, però piano piano comincerò a portare le persone un pò in tutta Italia in quanto c’è richiesta.

Si pensa sempre che le bellezze debbano essere per forza lontano da casa, il che è vero, ma ce ne sono altrettante dietro casa nostra, qui in Italia.

Tutti, oltre che conoscere il resto del mondo, dovrebbero conoscere il proprio territorio, la propria casa.

 

In questi anni in cui hai provato a costruire il tuo stile di vita alternativo, quali sono state le difficoltà più grandi che hai riscontrato?

Una volta capito cosa volevo e dovevo fare non ho avuto grandi difficoltà, l’unica forse è quella di capire dove portare le persone e cercare professionisti che mi aiutino nell’esperienza.

Le mie uscite infatti non sono mai solo con me, ma c’è sempre uno specialista di qualche altra attività, come yoga, guide di montagna o fotografia.

 

Ci sono sempre più persone in cerca di stili di vita alternativi, perché avviene questo fenomeno secondo te?

Secondo me tutto parte dalla nostra infanzia, perché da bambini non abbiamo scelta, ci dicono cosa dobbiamo fare e noi lo facciamo.

Ci viene praticamente imposto di seguire un determinato percorso già tracciato, lungo questo sentiero intravediamo qualche strada alternativa senza indicazioni, ma non le prendiamo e continuiamo ad andare dritto perché davanti e dietro vedi persone che fanno lo stesso.

Questo è un pò quello che fa la società, quindi: Studia -> Trova un lavoro -> Fai una famiglia -> Vai in pensione.

Nell’arco di questo percorso le persone smettono di chiedersi cosa “vogliono”, ma cominciano solo chiedersi cosa “possono”, perché nella nostra realtà, se vuoi fare l’astronauta ti dicono: “no, non è fattibile, è solo un sogno, devi fare l’avvocato o il medico“.

Lo Stato, la famiglia e gli amici tendono a farci restare realistici per quelle che sono le opportunità del mercato.

Poi quando arriviamo a 30 anni scoppiamo, perché dopo tanto studio cominciamo a fare quel lavoro e scopriamo che in realtà non ci piace perché un conto è l’idea di quel lavoro e un conto è farlo sul campo.

Alcuni poi continueranno a farlo per tutta la vita, perché con lo stipendio possono acquistare beni che gli daranno benefici, altri invece come me che non per forza hanno mollato tutto per viaggiare ma semplicemente hanno cambiato stile di vita si rendono conto che fare un lavoro in cambio di soldi non è la cosa giusta, perché altrimenti è come se tu stessi barattando il tuo tempo con il denaro, il che è una cosa orribile da fare.

In questo momento, grazie all’avvento di internet, che da una parte ci ha rovinato, dall’altra ci ha dato la possibilità di costruirci professioni alternative che ci appassionano.

IG @animerranti

 

In questo periodo di emergenza Corona Virus molte aziende sono ricorse allo smart working, cosa che prima faceva molta fatica ad ingranare in Italia.
Perché il nostro paese è sempre l’ultimo ad arrivare quando si parla di cambiamento e innovazione?

Perché siamo un popolo conservatore, non è una sorpresa.

Tutto quello che è una novità in Italia spaventa, c’è anche da dire che siamo uno dei popoli più vecchi, quindi anche chi ci governa sono persone adulte con una visione sicuramente diversa da quella più moderna di chi governa altri paesi.

Ad ogni modo, ultimamente sono in molti che stanno scoprendo il lavoro in remoto, e io penso che dopo questo periodo ci sarà grande difficoltà nel tornare alle vite normali perché finalmente le persone si stanno rendendo conto di poter fare quello che fanno di solito anche comodamente dal divano di casa.

Inoltre si sta riscontrando anche un notevole miglioramento dell’aria, il che per il nostro pianeta è ottimo visto il cambiamento climatico.

 

Poter lavorare viaggiando come nomade digitale, come mai non hai colto questa opportunità?

Per me viaggiare significa staccare completamente la spina.

Non voglio vivere viaggiando, anche perché quando ti porti il lavoro con te nel viaggio comunque devi pur sempre lavorare, e questa è una cosa che io non voglio assolutamente fare.

Essere nomade digitale è bellissimo, ma devi pur sempre lavorare durante quelle esperienze.

E’ bellissimo fare il travel blogger o lavorare nel digitale, ma un conto è viaggiare e un conto è dover lavorare viaggiando.

Se tu vai in un luogo e mentre sei li devi pensare a fare il video, la foto o la diretta, toglie tempo a quel viaggio.

 

So che hai anche iniziato l’esperienza con Weroad. Come ti sei trovata?

WeRoad è stata proprio la ciliegina sulla torta per me, io li adoro.

Con Animearranti viaggio in Italia e con Weroad viaggio in tutto il mondo.

Sono stata fortuna ad essere assunta da loro come coordinatrice, e adesso porto i gruppi in giro per il mondo per loro, infatti sono rientrata qualche settimana fa dalla Giordania con un loro gruppo.

E’ un agenzia molto giovane, per questo funziona, perché sono tutti ragazzi dinamici e intraprendenti con tante idee.

Per poter entrare nel loro team bisogna avere una forte passione per i viaggi ma soprattutto essere una persona empatica, che riesce a mettersi facilmente nei panni degli altri, perché quando sei in viaggio con altre persone è importante assicurarsi che tutti stiano bene e si divertano.

Oltre questo, è utile conoscere le lingue, avere spirito di adattamento e saper risolvere problemi improvvisi.

IG @animerranti

 

Negli ultimi anni si è parlato molto di cambio vita, spesso facendo passare il messaggio del “molla tutto e trova il lavoro dei tuoi sogni” come se fosse una cosa semplice. Tu cosa ne pensi a riguardo?

Ci sono persone che hanno bisogno di avere delle certezze assolute nella propria vita come lo stipendio al 10 del mese o andare ogni giorno nello stesso posto di lavoro.

Diciamo che tutto cambia in base a cosa si vuole realmente, perché se il tuo sogno è fare il medico e salvare vite umane ovviamente non potrai mai fare il nomade digitale.

Bisogna fare chiarezza nella propria vita, tornare indietro a quando si era ragazzini e capire quali erano i propri sogni.

 

Quali consigli daresti per tutti quelli che vogliono fare un cambio drastico nella loro vita?

Sicuramente ridimensionare le priorità e smettere di rincorrere la borsa o le scarpe firmate, tutte cose di cui in realtà non abbiamo bisogno.

Poi fare un progetto, una strategia.

La mia esperienza è stata quella di lasciare tutto e fuggire, e poi è nato strada facendo il mio percorso, ma partire con uno scherma da seguire è sicuramente molto più funzionale.

Bisogna cercare di trovare il proprio Ikigai, che è l’unione tra quello che sai fare, quello che ami fare, quello che può portarti un’entrata economica e quello che può aiutare gli altri.

Inoltre, un’altra cosa che consiglio, è quella di circondarsi sin da subito di persone che vogliono le stesse cose che vuoi tu, altrimenti quando si comincerà ad andare contro corrente, tutte le persone che non saranno d’accordo con noi in qualche modo proveranno a remarci contro, anche solo tramite opinioni personali scoraggianti.

 

Le persone vogliono qualcosa ma non fanno nulla per andarselo a prendere, come mai avviene questo?

Il problema è che le persone avrebbero bisogno di fare un percorso di psicoterapia, sebbene questo termine faccia pensare subito al fatto che uno è pazzo, ma non è così.

Tutti noi abbiamo dei problemi che derivano il più delle volte dalla relazione che abbiamo avuto principalmente con i nostri genitori o i nonni.

Se si cresce con una madre molto apprensiva, molto ansiosa, che ci diceva di stare attenti a tutto e ci trasmetteva questa ansia, è molto facile poi ritrovarsi adulti con la convinzione di non riuscire a fare qualcosa di cui in realtà abbiamo tutto il potenziale per poterla fare.

Allo stesso modo, se una madre dice al proprio figlio: “non fare questo che è difficile, fai invece questo che è facile“, quel bambino crescerà pensando di non riuscire a fare qualcosa convinto che sia troppo difficile.

Insomma, la maggior parte degli adulti di oggi necessiterebbe di fare qualche seduta dallo psicologo per capire i problemi che si trascinano dall’età infantile/adolescenziale.

 

Grazie per questa intervista Annalisa. Ora dicci quali sono i tuoi progetti futuri..

Sicuramente mi piacerebbe visitare il Sud America, o con WeRoad oppure in solitaria.

Poi punterò sulla crescita di Animerranti, che da associazione quale è ora, vorrei diventasse in futuro una vera e propria azienda, mi piacerebbe arrivare anche in tutta Italia visto che la richiesta c’è.

Infine, sto sognando di scrivere un libro che sia principalmente motivazionale indirizzato alle persone che vogliono cambiare vita.

IG @animerranti

 

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