Jacopo e il suo road to 25.000$. Dall’Australia all’Europa con tanti sogni.

jacopo di biase

L’ultima volta che avevo intervistato Jacopo era in Australia in una farm di limoni intento nel suo obiettivo di raggiungere i 25.000$, pieno di entusiasmo e sogni.

Oggi lo ritroviamo in Europa, in Italia, bloccato anche lui dalla quarantena di questo virus.

LEGGI LA PRIMA INTERVISTA DI JACOPO QUI.

 

Per tutti quelli che non ti conoscono, Jacopo dicci chi sei

Ciao Nico piacere di risentirti.

Mi chiamo Jacopo, sono nato a Milano, ho 31 anni, ho lasciato l’Italia 5 anni fa nel 2015 e da allora vivo un pò da nomade in giro per il mondo.

Dopo essere partito, dopo un anno, avevo capito che viaggiare era la strada che volevo percorrere sempre, quindi decisi di avviare un progetto per visitare tutti gli stati del mondo.

Proprio in questo periodo il progetto doveva prendere il volo in quanto era in programma un grosso viaggio in Asia di almeno 18 mesi ma il corona virus ha fermato tutto.

 

So che hai vissuto gli ultimi anni in Australia e che hai lavorato molto nelle farm, parlaci di queste esperienze e soprattutto del tuo obiettivo dei 25.000$

L’obiettivo nasce per un desiderio personale di poter viaggiare per un lungo periodo senza lavorare.

Quando arrivai in Australia capii subito che lì gli stipendi erano molto alti e che avrei avuto la possibilità di mettere via una grossa somma in tempo breve, quindi dedicai tutto il secondo anno a lavorare il più possibile senza mai pause, riuscii infatti nel mio intento mettendomi via quasi 30.000$.

Mi sono posto questo obiettivo per poi viaggiare almeno 18/24 mesi e dare una bella spinta al mio obiettivo di visitare i 196 paesi del mondo.

Purtroppo a causa di questa emergenza sanitaria i miei piani sono un pò cambiati, quindi dovrò ridimensionare il tutto, ma spero di ripartire più avanti.

Ho accettato abbastanza bene questo cambiamento di piani, in quanto è una cosa fuori dal mio controllo, nel frattempo spero che la situazione si sblocchi alla svelta per viaggiare almeno nel territorio Italiano.

Ho deciso di rincorrere questo obiettivo tramite le farm in quanto è anche un ottimo modo per continuare a viaggiare piuttosto che stare fermo in una determinata città.

Con le farm ti sposti abbastanza spesso in base ai periodi della frutta o verdura, conosci molte persone, senti tante storie, è meraviglioso.

E’ stata dura ma al contempo anche bellissimo, ho cambiato 8 farm in totale, vivendo praticamente per strada.

jacopo di biase

 

E’ facile trovare lavoro in Australia e nelle farm in generale?

Ho molta esperienza a riguardo quindi penso di poter dare alcune informazioni con una certa sicurezza.

Trovare lavoro in farm è estremamente facile, ma trovare una farm buona è un pò più difficile.

Se uno è interessato ai famosi 88 giorni per rinnovare il visto si trova subito, senza problema, se invece vuoi mettere via soldi quindi ricercare una farm un pò più adatta allora magari può essere un pò più complicato, anche se c’è qualche trucchetto per riuscire a trovarle più facilmente.

Di quali trucchetti parli?

Sicuramente il passaparola è super utile per trovare le farm migliori, ci sono dei siti che si possono consultare, ci sono dei parametri per valutare se l’annuncio che si sta guardando è serio, come per esempio se è indicata la paga orario o meno, se è indicata la modalità di lavoro ecc.

Un’altra cosa importantissima è possedere un’automobile, in quanto quando si arriva se non si possiede un veicolo si è costretti a rimanere in quel posto fino a quando ripasserà un pullman a prenderti, mentre con l’automobile, se il posto non convince, si può ripartire subito.

Altra cosa che può fare la differenza è “la situazione“: dove si trova la farm? E’ sul mare? E’ in una città piccola o grande? Sto andando durante la stagione o fuori stagione (qui cambia molto, perché in stagione troverai tanta gente quindi divertimento, fuori stagione si rischia di essere più soli)? Che frutto vado a fare? La verdura è più dura della frutta, e la frutta a terra è molto più dura di quella sugli alberi.

In base a tutti questi ragionamenti uno può capire se una farm è valida oppure no.

 

Leggi anche: Vivere a Melbourbe, tutti i pro e i contro.

 

Quale è la farm migliore e quella peggiore che ti è capitata? E perché?

La farm migliore in cui sono stato è quella vicina a Fraiser Island esattamente a Gayndah, ed è la migliore in quanto durante la stagione arrivano tantissimi ragazzi nonostante il posto sia piuttosto piccolo, c’è sempre festa e atmosfera rilassata, e in più nella farm i frutti, nonostante siano piuttosto tosti da raccogliere, se si tiene duro dopo le prime settimane si possono fare davvero tanti soldi.

La peggiore invece è stata una farm di ciliegie in cui non mi sono trovato bene un pò per il rapporto con i proprietari e un pò anche per l’andamento della stagione che è andata male un pò dappertutto.

jacopo di biase

 

Dove si alloggia durante i periodi di lavoro nelle farm?

Solitamente in qualche ostello o appartamento nel paesino più vicino alla farm, oppure ci sono a volte delle accomodation all’interno delle farm.

A volte è possibile anche piantare la tenda o il van li sul posto e dormire con la propria attrezzatura da camping.

In alcuni casi, se la farm è molto grande, ci sono i caravan park, ed è possibile affittare la propria unità.

Bisogna essere un pò disposti ad adattarsi, ma è quello il bello dell’avventura.

 

Mi sembra di capire che l’esperienza Australia e farm la consiglieresti giusto?

Si, assolutamente.

Per fare questa esperienza non serve molto, basta mettersi via un pò di soldi e partire.

Quello che io consiglio se si sceglie di venire in OZ è quello di viversi l’Australia nel lato suo più autentico, quindi con viaggio on the road, e di non fossilizzarsi in una città.

L’Australia esprime il meglio di se con i paesaggi, è un pò come se qualcuno venisse a fare un viaggio in Europa e non visitasse le città, che sono parte fondamentale del nostro continente.

In Australia il 90% dell’isola è fatta di deserto e natura, e non sarebbe molto saggio non godersi questo lato del paese.

jacopo di biase

 

So che sei appassionato di nomadismo digitale: è fra i tuoi obiettivi quello di riuscire a lavorare online?

Quando aprii inizialmente le mie pagine social e il blog pensai di crearmi delle entrate da tali attività, dopo un pò di tempo però mi resi conto che non era esattamente quello che volevo e che era più difficile di quanto mi aspettassi.

Decisi quindi di orientarmi sulla scrittura, infatti negli ultimi 2 anni sono stato un pò scontante sui social, un pò per il lavoro che avevo da svolgere in Australia, e un pò perché stavo scrivendo un libro che mi ha preso molto impegno.

Mi sono appassionato molto alla scrittura, la trovo un’attività meravigliosa, la parola scritta resta nel tempo e ti consente di monetizzare negli anni anche quando il lavoro è già finito.

 

Lavorare online ed essere nomade digitale: passa spesso il messaggio che sia una cosa facile e alla portata di tutti. Tu cosa ne pensi al riguardo?

Non è assolutamente una cosa facile, anzi.

Tutti possono riuscire a diventare nomadi digitali perché infondo si tratta di imparare delle competenze per poter essere liberi professionisti, quindi in teoria potenzialmente tutti potrebbero riuscire a farcela.

Il problema sta nella pratica perché c’è un lavoro dietro enorme, per due motivi:

  1. Molto spesso non si possiede nessuna competenza per riuscire a lavorare da remoto come liberi professionisti quindi bisogna cominciare da zero a studiare. Questo comporta un enorme dispendio di energia, e non tutti sono disposti a farlo.
  2. L’altro problema è che se anche se si possiede qualche abilità rivendibile nel mondo dell’online, molto spesso bisogna portare avanti due attività in parallelo, qualcosa che prima di tutto ci dà da mangiare, e in più la nuova attività che ci consenta di poter diventare liberi professionisti.

Io l’ho fatto più volte, sia negli ultimi due anni quando scrivevo un libro sia quanto avevo aperto le pagine social e pubblicavo tanto, ed è veramente dispendioso in termini di tempo ed energia.

E’ difficile soprattutto all’inizio perché bisogna lavorare “gratis” per tantissimo tempo senza avere mai la certezza se un giorno riuscirai a monetizzare a tal punto da riuscire a fare il salto nel buio.

Gioca anche un ruolo fondamentale la possibilità di fare geo-arbitraggio, in questo modo si può anche andare a vivere in un paese con un costo della vita inferiore rispetto all’Italia, e di conseguenza permettersi di guadagnare anche un pò meno.

jacopo di biase

 

Mi trovi d’accordo. Torno un’attimo sull’Australia con una mia curiosità. Hai mai avuto il pensiero di restarci a vivere? Senti mai nostalgia di quella terra?

Provo molta nostalgia, e spero che un giorno ci ripasserò.

Quello che mi manca maggiormente dell’Australia è il vivere on the road, la possibilità di cambiare location facilmente.

Non ho mai pensato però di fermarmi a vivere in quanto amo troppo viaggiare e l’Australia essendo molto isolata non è in una buona posizione per poterlo fare.

 

Cosa ti aspetta alla fine di questa emergenza del Covid-19? Cosa bolle in pentola?

La prima cosa che devo fare è non erodere il budget che mi sono messo da parte, quando finirà la quarantena e si potrà viaggiare penso che lo farò restando qui nel territorio Italiano.

Quando riprenderò a viaggiare pubblicherò sicuramente di più sui social, e da qui ad un mese uscirà il mio libro, un racconto ambientato nel mio primo viaggio da Milano a Capo Nord via terra da solo, e parlerà di esperienze di viaggio, riflessioni e cambiamento.

Nei prossimi mesi ho intenzione di buttarmi ancora di più nel mondo della scrittura, sia per un eventuale nuovo libro oppure orientandomi verso il copywriting.

jacopo di biase

 

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