Jacopo Di Biase: “trovate il coraggio di correre verso ciò che desiderate realmente”

jacopo di biase

Ciao, mi chiamo Jacopo, ho 29 anni e circa 2 anni e mezzo fa ho mollato tutto e sono partito per realizzare una grande e lunga impresa: Il giro dei 196 paesi del mondo!

Questa decisione è per me una mappa di vita prima ancora che un obiettivo, perché quello che conta è il percorso.

Trascorrerò dei lunghi periodi di viaggio in movimento, in altri mi stabilizzerò per un po’ come adesso, e senza fretta ma senza sosta arriverò a viaggiare in tutte e 196 le nazioni del mondo.

Fino ad ora sono stato in 23 Paesi diversi e attualmente mi trovo in Australia.

Per questi primi anni di viaggio ho lavorato e lavorerò sul posto, sia per necessità che per scelta: è bellissimo mescolarsi alla realtà in cui ti trovi e il lavoro ti catapulta dritto nella vita quotidiana del posto.

Poco dopo essere partito ho aperto un blog di viaggio su Facebook e Instagram, e l’idea è di provare in un prossimo futuro a trasformare il tutto nella mia principale fonte di entrate.

In questo preciso momento, mentre scrivo, mi trovo in una stanzetta che si affaccia direttamente su un campo di limoni.

Questo è quello che sto facendo ora per mantenermi: raccogliere limoni nei campi in Australia, un’attività piuttosto remunerativa devo dire.

Una volta acquisita una buona rapidità si possono guadagnare 200-300 dollari al giorno.

Il lavoro a primo impatto è molto duro, ma nel giro di qualche settimana ci si fa l’abitudine.

@196_world_countries_tour

 

Quando ero ancora a casa, stavo cercando un modo per “comprare il tempo”.

Volevo creare un’azienda con l’obiettivo, nel giro di 3-5 anni, di renderla autonoma e automatizzata, in modo da avere tempo e abbastanza soldi da poter viaggiare più a lungo del semplice mese all’anno che i lavori tradizionali ci concedono.

Tre anni fa, un po’ per scelta un po’ per caso, feci il mio primo viaggio zaino in spalla, un viaggio in stile low-cost da Milano a Caponord in Norvegia, da solo, via terra.

Quell’esperienza mi cambiò profondamente e mi resi conto che viaggiare non era così costoso come avevo sempre pensato in base alle mie vacanze precedenti.

Oltre a tutte le emozioni provate, mi resi conto che non era necessario subordinare quello che realmente desideravo all’ottenimento di un qualcos’altro, avrei potuto farlo subito.

Da lì a pochissimo mi licenziai e partii.

Il progetto di viaggio ha preso forma lungo la via.

Girovagando in Europa ebbi definitivamente la conferma che quella era la mia strada e decisi di espanderne le sue potenzialità al suo massimo intraprendendo il giro dei 196 del mondo.

Per quanto riguarda il blog, sebbene ad un primo sguardo possa apparire slegato da ciò che ho fatto prima, sto invece utilizzando e mettendo insieme un po’ tutto quello che ho imparato in passato:

  • lo scrivere dagli anni di scuola e università; il lavorare per moltissime ore al giorno dalla carriera in Esselunga.
  • L’uso dei social dall’ultimo progetto che cercai di lanciare in Italia;
  • le mie skills di vendita maturate ai tempi di American Express per quando proverò a trasformare il blog in una fonte di entrate.

Ogni esperienza ha qualcosa di positivo da darci, sta a noi unire i puntini. Vedremo se funzionerà.

@196_world_countries_tour

Mai come oggi ci sono state così tante opportunità per vivere con le proprie passioni.

La chiave di tutto secondo me è internet.

Tramite internet e i social media ognuno può raggiungere immediatamente persone a cui interessa proprio ciò che piace anche a noi.

Bisogna essere bravi in quello che si fa (o diventarlo) ed essere bravi a comunicare online.

Esempio :

Poniamo che io adori giocare a scacchi, ma non sia particolarmente bravo.

Potrei impegnarmi a studiare il gioco, pagare delle lezioni, dedicare moltissimo tempo a questa disciplina e migliorarmi fino ad aver raggiunto un alto livello.

A quel punto potrei aprire un canale Youtube, un blog o quant’altro, proporre degli ottimi contenuti e cercare di costruirmi un seguito.

A quel punto mi si aprirebbero infinite strade: potrei vendere dei corsi di scacchi, materiale scacchistico, proporre lezioni ai principianti e tanto altro ancora.

Il lavoro, nella nostra epoca, si può inventare e creare da zero.

Credo che internet sia la chiave perché il mercato del lavoro sta cambiando.

Il posto fisso inizia ad avviarsi verso l’estinzione: nei prossimi decenni le macchine sostituiranno tra il 40 e il 50% della forza lavoro attuale e tanti vecchi lavori verranno sostituiti da nuove posizioni che attualmente nemmeno esistono.

Se però è vero che in questo periodo storico chiunque potenzialmente può vivere con le proprie passioni, è anche vero che resta un obiettivo non facile da raggiungere: bisogna studiare le tematiche legate al mondo digitale, impegnarsi, fare molti sacrifici, spesso fare due lavori (di cui uno gratis) per lungo tempo, cercando di realizzare il nuovo progetto mentre ci si porta dietro il lavoro “primario” per mantenersi.

Per ogni grande sogno e obiettivo, c’è sempre bisogno di un duro lavoro alle spalle.

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Ci sono diverse ragioni, cito le quattro secondo me più importanti.

  • La paura di sbagliare e di fallire. Tutto il sistema è basato su questo, dai votacci e le cancellature a penna rossa e i rimproveri di quando sbagliamo a scuola, ai telegiornali che danno solo notizie negative, fino alla società nel suo complesso che considera i fallimenti come disgrazie anziché momenti di apprendimento.
  • La pigrizia. Per realizzare i propri sogni spesso bisogna uscire dalla propria zona di comfort e come dice l’espressione stessa, all’inizio si sta scomodi quando ci si trova in terreni nuovi in cui siamo magari anche scarsi. Molto più facile lamentarsi e trovare un altro colpevole dal proprio divano.
  • L’impegno, la pazienza, la perseveranza. Impegnarsi e persistere per anni e anni, anche quando le cose non vanno, è la cosa più importante per raggiungere i propri scopi. Viviamo nella società del qui e subito, e tanti stanno perdendo questa ottica di lungo periodo. Oramai siamo quasi al punto in cui se voglio qualcosa lo compro su Amazon e me lo portano in giornata con un drone. Lavorare con le proprie passioni richiede un impegno iniziale estremamente più grande rispetto a quello necessario per trovare un lavoro qualunque.
  • Le persone non credono. Credere che qualcosa sia possibile è fondamentale. Per fare questo bisogna avere fiducia in sé stessi e prendere esempio da chi ce l’ha fatta prima di noi: quella è la prova inconfutabile che quella data cosa è possibile.
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Viaggiare full-time è una cosa che può fare chiunque.

Tra i tanti, questo è forse il consiglio più importante che posso dare: andare per gradi.

Non si può entrare in palestra e pretendere di sollevare 100 kg se non si è mai sollevato un attrezzo.

Fare un Inter-rail, fare qualche viaggio di 7-15-30 giorni zaino in spalla in zone abbastanza servite, da soli, è un ottimo punto di partenza per iniziare a godersi i viaggi e aumentare pian piano la propria fiducia, sicurezza ed esperienza, fino a sentirsi pronti per viaggi più lunghi e impegnativi in zone più remote.

Come prima esperienza di vita e lavoro all’estero meglio scegliere un paese non troppo lontano da casa, ben collegato, in modo da sentirsi più tranquilli se le cose non dovessero andare come sperato.

Sapere che si può sempre fare un passo indietro dona una maggior calma anche nell’affrontare i problemi e i disagi.

Partendo per gradi si può anche valutare se è la strada giusta.

Vagabondare per il mondo è un’esperienza meravigliosa, ma non è per tutti: ci sono 1.000 gioie e 100 problemi, per cui è forse meglio cominciare ad assaggiare una fetta di torta e, solo se è buona, comprarla tutta.

Per quelli poi che non sanno bene dove sbattere la testa l’occasione è doppia: oltre a vivere delle esperienze stupende, essere lontano da tutti i condizionamenti, le interferenze e le credenze del posto in cui siamo cresciuti, può aiutare ad avvicinarsi a se stessi in maniera inimmaginabile, fino ad arrivare a capire cosa realmente desideriamo.

Trovare lavoro in giro per il mondo è abbastanza semplice, l’importante è essere disposti (se non si hanno delle qualifiche particolari) a fare dei lavori umili per cominciare, specialmente se non si parla l’inglese.

Imparare questa lingua è fondamentale non solo per il lavoro, ma anche per se stessi: quanto sono limitati il mondo e le nostre possibilità se su 8 miliardi di persone siamo in grado di comunicare esclusivamente con i connazionali, che rappresentano molto meno dell’1% del totale?

Sono essenzialmente due.

1 – I periodi di risparmio: per poter viaggiare a tempo indeterminato, senza rendite pregresse e per molti mesi all’anno, bisogna fare enormi sacrifici nei periodi in cui ci si ferma a lavorare lungo la via, risparmiando il più possibile. Poi però le ricompense sono immense.

2 – Le persone che ami. Questa per me è la parte più dura.

Spesso ti fermi a pensare alla tua famiglia e ai tuoi amici più cari, quelli che consideri come fratelli.

A volte hai paura che non capiscano e che possano sentirsi abbandonati, messi da parte, hai paura che i vostri legami si possano affievolire.

Quando sono partito mia sorella aveva 17 anni. Ora ne ha 19, si è diplomata, ha il fidanzato e sta prendendo la patente; tra 2 anni ne avrà 21, e poi ancora di più e intanto il tempo passa, e tu pensi che ti stai perdendo anni della loro vita che non torneranno più, e pensi che proprio quando c’era bisogno di te, tu sei andato via senza un biglietto di ritorno.

Inoltre le mie scelte si sono rivelate incoscienti agli occhi di molti.

Devo dire però che quasi tutte le persone a me più vicine hanno fatto del loro meglio per darmi il loro appoggio.

Sono stato fortunato, spesso incontro persone che avevano tutti contro di sé.

La cosa importante è rimanere focalizzati sul fatto che quella che stai percorrendo è la tua strada, quella che ti rende felice, ti fa crescere, migliorare, ti da esperienza.

Se fossi rimasto, in un costume che non era il mio, avrei avuto solo sterilità e cose negative da dare; seguendo invece con gioia i miei progetti, ogni giorno mi arricchisco sempre di più e il bagaglio della mia anima aumenta, riempendosi di cose fantastiche che potrò poi donare alle persone che amo quando le senti o quando le rivedrai.

@196_world_countries_tour

La mia soddisfazione più grande è aver ribaltato la prospettiva della mia vita.

Se prima stavo rincorrendo il mio sogno cercando di creare qualcosa che mi permettesse di viaggiare, adesso sul mio sogno ci sto camminando e lo vivo ogni singolo giorno.

Questo sogno è composto da mille avventure ed emozioni che riempiono la mia vita e i miei viaggi in maniera stupenda e regalo più grande non potevo farmi.

Il nostro sistema di welfare è al collasso.

Con la vita media che si alza e le nuove generazioni che devono mantenere sempre più persone tramite le tasse, è impensabile vivere la vita ragionando in termini di pensione, una cosa che avverrà fra oltre 30 anni.

C’è troppo di mezzo, chissà se ci si arriverà?

La vita è adesso. Dall’altro lato un occhio al futuro è sempre buono perché stimolante e a questo punto meglio provare a costruirsi la pensione per conto proprio con qualche progetto legato alle nostre passioni.

Non sarà facile, ma almeno non ci sarà il rimpianto di non aver provato.

Inoltre, un articolo recente sul Corriere Della Sera spiega proprio questo problema.

E’ assurdo rinunciare ai propri sogni per un qualcosa che non sappiamo se e quando si avvererà.

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Per come la vedo io c’è un solo modo per avere successo: sentirsi liberi e felici.

Forse può sembrare una frase banale, ma per chi ha realizzato o sta cercando di realizzare i propri sogni le parole libertà e felicità hanno un significato molto profondo.

Ognuno trova la propria realizzazione in cose diverse, l’importante è avere il coraggio di correre verso ciò che desideriamo realmente.

Credo che negli anni a venire i viaggiatori saranno sempre più numerosi.

Viaggiare è ormai accessibile a tutti e per molti sarà esso stesso il sogno.

Per altri il viaggio sarà ancor più che per i primi un momento di ricerca di se stessi e della propria fettina di mondo, perché viaggiando spezziamo ogni catena, la nostra mente si apre, riusciamo a guardarci dentro e ascoltarci in maniera più profonda e in definitiva ad accorgerci di quello che vogliamo realmente.

Viviamo in un sistema consumistico che per vendere ci bombarda dicendoci che quello che abbiamo non è mai abbastanza, che ci serve qualcos’altro, e credo che sempre più persone si sentiranno smarrite e sentiranno l’esigenza di mettersi in cammino.

Quello che più conta per raggiungere un obiettivo, non è focalizzarsi sulla meta, ma sul percorso che serve per arrivarci. Diceva Confucio:

“Non esiste una strada verso la felicità. La felicità è la strada”

 

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