Positivitrip: ecco come siamo riusciti a fare della nostra passione un lavoro

E’ un pò di tempo che seguo questa meravigliosa coppia in arte Positivitrip, e da tanto avevo il desiderio di intervistarli per scoprire meglio la loro storia.

Infatti il loro trascorso ha quasi dell’incredibile, partiti dalla Sicilia sono approdati prima a Milano e poi Londra.

Poi in seguito l’Australia e il loro road trip nella terra dei canguri, e da li il desiderio di fare della loro passione dei viaggi un lavoro.

In questo articolo ci spiegano il loro percorso, da cosa è nata la voglia di cambiamento e quali difficoltà hanno riscontrato.

 

Piacere di conoscervi ragazzi, cominciamo dalle presentazioni. Diteci chi siete…..

Noi siamo Veronica e Francesco, siciliani di origine.

Essere definiti travel blogger probabilmente è un pò riduttivo in quanto in realtà ci occupiamo davvero di tante cose diverse per poterci accollare un’etichetta.

Diciamo che in questo momento stiamo compiendo un percorso da personaggi pubblici nell’ambito del travel, nel senso verticale del termine, su diverse piattaforme.

 

Quindi quale è la vostra attuale professione?

Io (veronica) mi occupo prevalentemente di fotografia, mentre Francesco si occupa più della parte video, insieme poi ci occupiamo degli altri canali come il blog per esempio che necessita di una costante cura.

E’ complicato dire “chi siamo” a livello professionale perché ci sono tante cose in ballo.

Ci occupiamo principalmente di turismo territoriale, ma anche della creazione di contenuti per i nostri canali e di quelli di altre realtà (riviste e magazines) che ruotano attorno al mondo del travel.

E’ tutto parte di un disegno più ampio che viene alimentato dalla nostra presenza online.

Essere sempre presenti con nuovi viaggi e nuovi contenuti, per primo sui nostri canali, ci aiuta ad ottenere più visibilità e quindi più lavori.

Il fatto che siamo presenti su diverse piattaforme (Youtube, Instagram, Facebook ecc) ci porta semplicemente a riferirci alla nostra professione in termini più generici come “content creator”.

IG @positivitrip

Al contrario di quello che si può pensare, immagino che il vostro lavoro comporti molto impegno e dedizione giusto?

Si, la fortuna di essere in due a curare questo progetto ci permette di avere sostegno durante i periodi più pieni, ma per poter gestire tutti i nostri canali serve davvero tanto tempo ed impegno.

Quello che si vede da fuori è solo la punta dell’iceberg, ma nella vita di chi fa la nostra stessa professione non ci sono solo viaggi ed esperienze, ma bensì anche molte ore passate a creare contenuti e articoli per il blog.

 

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di creare un progetto come il vostro in coppia piuttosto che da soli?

Il vantaggio più grande è quello di essere in due menti, quindi ci si può anche delegare compiti a vicenda.

Lo svantaggio più rilevante, sinceramente, è quello che al giorno d’oggi la coppia non “tira” più come prima.

Poi è molto importante andare d’accordo anche a livello professionale, cosa non scontata, anzi.

Nel nostro caso siamo fortunati in quanto noi ci compensiamo perfettamente.

 

Avete la possibilità di poter vivere viaggiando, dove vi stabilite la maggior parte dell’anno?

Se ci avessi fatto questa domanda prima di questo periodo di emergenza sanitaria ti avremmo risposto “da nessuna parte” 😀

Siamo in giro per il mondo quasi tutto l’anno, ma ora come ora ci siamo stabiliti di nuovo in Sicilia aspettando che questo periodo passi.

Nei periodo di normalità viviamo una vita da nomadi digitali.

Purtroppo ora i nostri piani sono cambiati drasticamente, tutte le campagne che avevamo programmato da qui a fine anno sono saltati, e anche per l’anno prossimo è tutto in forse.

Tutto il settore del turismo sta subendo un ridimensionamento, tutto quello che possiamo fare è aspettare.

IG @positivitrip

 

Secondo voi quando si potrà tornare a viaggiare?

Non prima del prossimo autunno/inverno secondo noi.

Il problema è che alcuni paesi sono entrati in ritardo nella quarantena, quindi anche se l’Italia sarà pronta a tornare a viaggiare all’estero, non lo saranno gli altri paesi, quindi saremo comunque costretti a restare nel nostro territorio.

 

Sono sicuro che il percorso che vi ha portato ad oggi non deve essere stato facile. Cosa facevate prima di tutto questo e cosa vi ha portato a cambiare vita?

Ne abbiamo parlato abbondantemente sul nostro canale youtube.

Io (Francesco) lavoravo nell’informatica e avevo avuto un percorso da impiegato nel ramo dei computer e telefonia, mentre Veronica era commessa e svolgeva altri lavori saltuari.

Ad un certo punto abbiamo cominciato a capire che quella vita ci andava stretta.

All’epoca ci rendemmo conto che non avevamo realizzato niente di quello che erano i nostri sogni, lavoravamo tutto il giorno e ci chiedevamo se era possibile che la vita fosse solo quella.

Cominciammo a farci qualche domanda, a chiederci se ci fosse un modo per avere più tempo per noi stessi e le nostre passioni, e da lì è scoccata la scintilla.

Decidemmo di trasferirci a Milano, dove abbiamo continuato a lavorare nei nostri rispettivi campi professionali, e lì ci rendemmo conto ancora di più di quanto la situazione per noi si fosse fatta opprimente.

Dopo 4 anni a Milano ci trasferimmo a Londra per un anno, lì abbiamo lavorato e viaggiato, e soprattutto imparammo bene l’Inglese.

L’Inghilterra per noi fu la chiave di svolta, non tanto per quello che ci ha dato, ma per quello che ci ha fatto capire: se abbiamo fatto 30, possiamo fare anche 31.

Crescere in Sicilia, ma questo vale un pò in tutta Italia, significa crescere circondati da persone con una mentalità un pò frenata, e scrollarsi di dosso questo limite non è facile.

Ad ogni modo in Inghilterra ci fu la svolta, e alla fine del nostro anno decidemmo di spingerci ancora oltre, pensando ad un trasferimento in Australia.

Vivemmo in OZ per 2 anni meravigliosi, nei quali abbiamo lavorato e viaggiato tantissimo a bordo di un furgone camperizzato realizzato con le nostre mani.

L’Australia ci ha insegnato ancora di più che se si vuole fare qualcosa davvero lo si può fare, e soprattutto ci ha trasmesso un senso di libertà che non avevamo mai avvertito prima.

In Australia infatti le persone hanno fatto loro il concetto di calma e spensieratezza, non ci si concentra solo sul lavoro, i ritmi non sono frenetici come in Italia e le persone mettono al primo posto il benessere e le attività all’aria aperta.

A quel punto ci fu chiaro che dovevamo fare qualcosa per costruirci una vita su misura per noi, quindi cominciammo a studiare per acquisire le competenze necessarie.

In seguito aprimmo il nostro blog e i canali social e cominciammo a lavorarci in modo professionale.

IG @positivitrip

 

Quali difficoltà avete riscontrato nella realizzazione del vostro progetto? Oggi in molti sognano di poter fare i travel blogger, ma quali competenze servono secondo voi?

La difficoltà maggiore che abbiamo riscontrato è stata la disillusione.

Anche noi venivamo dal “voglio vivere di viaggi” e all’inizio (ma è durato per un lungo periodo) ci siamo presi delle bastonate che neanche ti immagini.

Noi oggi facciamo dei corsi dove insegniamo come portare avanti un progetto come il nostro, e una delle prime cose che diciamo è proprio come sia difficile fare lo step tra portare avanti un progetto come il nostro come hobby e portarlo avanti in un’ottica più professionale.

Quando noi facemmo questo tipo di corsi in veste di studenti questo messaggio non veniva mai dato, quindi ci scontrammo con una cruda realtà.

La verità è che immettersi nel mercato quindi monetizzare davvero per riuscire a viverci è estremamente complicato in quanto si entra in un giro ad alta competizione.

Le competenze che servono sono sicuramente la gestione del blog, la scrittura in chiave seo, il saper programmare contenuti editoriali, il saper gestire i canali social, basi di fotografia e video.

Il blog richiede tanto tempo ed energia per essere curato a dovere, e se il proprio sito internet è trascurato allora tanto vale non aprirlo neanche, perché ce ne sono già tantissimi e la concorrenza è forte.

Anche il saper organizzare il proprio lavoro da casa è importante, sembra una cosa scontata ma non lo è.

 

Mi sembra di capire che il mercato sia piuttosto saturo in questo momento, quanto ha inciso il tempismo nel vostro progetto? Oggi rifareste tutto allo stesso modo?

Il tempismo nel nostro caso ha aiutato, ma fino ad un certo punto.

Il mondo del travel è esploso molto negli ultimi anni in Italia, ma nel mondo era un settore che andava forte già da molto più tempo.

Ad ogni modo si, il mercato è abbastanza saturo, ma questo non esclude che non ci sia più posto per lavorare perché alla fine conta l’originalità.

Giusto per citare un esempio, ai tempi di Battisti, c’era magari un solo aspirante cantante nel mio paese che cantava, di conseguenza aveva molte più possibilità di avere successo di quante ne avrebbe avute oggi che è pieno di cantanti.

Immettersi nel mercato quando c’è poca offerta è importante, e in questo momento c’è molta offerta nel settore travel.

Oggi ci vogliono almeno 2 anni per cominciare a monetizzare qualcosa, lavorando in modo corretto ovviamente, poi dipende anche da quanto tempo ci si può dedicare e quanti soldi si possiede per investirci.

 

Da qualche anno è esploso questo fenomeno del “mollare tutto per lavorare viaggiando“, perché secondo voi?

Perché va più incontro alla realizzazione personale.

In passato c’è stato un periodo di boom economico dove chiunque poteva lavorare per raggiungere un proprio benessere economico.

Fino a poco tempo fa non vi era questa necessità di lavorare di meno, di avere più tempo per se stessi, e non si era mai pensato alla possibilità di poter lavorare da casa o a gestire il proprio tempo a piacimento.

Oggi invece, anche grazie all’informazione e ai social, è nata questa necessità di riuscire a lavorare con le proprie passioni, e noi cerchiamo sempre di far passare il messaggio di provarci, perché secondo noi è fondamentale lavorare con qualcosa che piace.

Nonostante questo però ci teniamo a dire che riuscire in questo intento è molto difficile.

Noi ci abbiamo messo anni e anche oggi a volte facciamo fatica a stare dietro a tutto, è un lavoro a tutti gli effetti.

Quello che consigliamo è di seguire i propri sogni ma con cautela, di non lanciarsi nel vuoto perché non è così facile come sembra.

 

Torniamo a parlare di viaggi. Avete visto tantissimi posti, avete mai avuto il desiderio di fermarmi a vivere da qualche parte?

Si, assolutamente.

Ci siamo stati due anni e non ci sono bastati e contiamo di tornarci per gli ultimi 20 della nostra vita 😀

Stiamo parlando dell’Australia, è un posto completamente diverso da quelli che conosciamo noi occidentali, loro sono molto più aperti, l’economia è una bomba e il loro stile di vita è semplicemente fantastico.

Oltre questo, lì la natura è meravigliosa, e noi amiamo molto stare all’aperto.

Gli australiani hanno un’attitudine nei confronti della vita straordinaria, amano gli spazi all’aperto, amano godersi il tempo, che è un concetto che noi Italiani abbiamo un pò perduto.

Poi il clima rende tutto più bello in quanto si può stare in ciabatte e infradito tutto l’anno.

Noi l’abbiamo girata tutta in van ed è stato fantastico.

IG @positivitrip

 

Avete mai preso in considerazione di vivere in camper e diventare fulltimer?

Si ci abbiamo pensato spessissimo, anche alle porte di questa emergenza sanitaria.

E’ parecchio che vogliamo comprare un camper perché dopo l’Australia ci siamo innamorati della van life.

Prima o poi lo faremo.

 

Bellissima intervista ragazzi. Ora diteci però i vostri progetti futuri…..

Molti progetti sono saltati, quindi per quest’anno viaggeremo in Italia qualora sarà possibile.

Nel 2021 i casi sono due: vagabondare oppure tornare in Asia che è il nostro secondo grande amore.

Abbiamo tante idee ma dato il periodo preferiamo stare con i piedi per terra e vedere l’evolversi della situazione.

IG @positivitrip

 

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