Dall’Alaska all’Argentina via van: un viaggio lungo 2 anni per le Americhe

diana barbieri, close to eternity

L’ultima volta che ho parlato con Diana tramite diretta Instagram era nel bel mezzo del suo viaggio, da qualche parte nelle Americhe centrali.

Dopo un anno la ritrovo sulla punta più a sud dell’Argentina, a Ushuaia, un punto di svolta e un nuovo traguardo sul suo percorso, con il suo compagno e il suo van.

Un viaggio lungo due anni dall’Alaska all’Argentina, tutto all’interno del proprio van adibito a casa.

Un percorso che li ha portati a conoscere diverse culture, affrontare problemi imprevisti e a godere dei migliori paesaggi che la nostra terra può offrire.

Leggi la prima intervista a Diana qui

 

Per tutti quelli che ancora non ti conoscono, Diana dicci chi sei…..

Ciao Nico piacere di risentirti.

Mi chiamo Diana, sono conosciuta sui social come “close to eternity“, sono nata a Mantova ho 34 anni, sto viaggiando insieme al mio compagno Marco di Ferrara.

Abbiamo viaggiato negli ultimi due anni da Miami all’Alaska e dall’Alaska alla Patagonia via terra e mare con il nostro van, che abbiamo acquistato e auto-convertito in un camper.

 

Dalla punta più a nord a quella più a sud, un viaggio incredibile. Come è stato? Quali sono stati gli aspetti più difficili da affrontare?

Complicato ma anche meraviglioso.

Dall’Alaska all’Antartide c’è una diversità enorme sia a livello paesaggistico che culturale, quindi questo è un viaggio per tutti quelli che amano differenziare questi due aspetti.

Ci sono stati momenti abbastanza duri, soprattutto in Bolivia in quanto abbiamo rotto la trasmissione automatica del van.

Quando ti succede una cosa del genere nel bel mezzo dell’Amazzonia è facile farsi prendere dal panico.

Siamo rimasti piantati per 6 giorni nel punto dove si ruppe il van, cercando di fermare tutti i camionisti in cerca di aiuto.

Alla fine siamo riusciti a tornare indietro a La Paz, poi ci siamo bloccati anche lì, in quanto iniziò una specie di guerra civile e siamo dovuti rimanere rifugiati in un’officina meccanica nella zona più criminale di tutta la Bolivia.

Lì è stata davvero tosta.

Avevamo anche un piano di emergenza per poter evacuare l’officina qualora fossero riusciti ad entrare, in quel caso saremmo dovuti fuggire lasciando tutto nell’officina, ma per fortuna non successe.

Come se non bastasse in quel periodo siamo anche stati male a livello di salute e siamo dovuti andare all’ospedale, dove siamo rimasti per 4 giorni.

Insomma, quel periodo ci ha messo a dura prova, ma per fortuna è passata.

 

Sono situazioni abbastanza pericolose, come siete riusciti a gestirla così bene? La vostra esperienza da viaggiatori ha fatto la differenza?

C’è poco che si possa fare in questi casi.

Siamo stati anche fortunati di trovarci nel posto giusto al momento giusto, e di trovare un’officina meccanica di persone che sono state molto gentili con noi.

L’unica cosa che abbiamo potuto fare per loro è stata costruire le difese nella comune.

In quei momenti non bisogna demordere, cercare di concentrarsi durante il giorno sulla riparazione del mezzo, in modo da essere pronti al primo segnale di riapertura dei blocchi stradali a lasciare il paese.

 

Vi è mai passata per la mente la possibilità di tornare in Italia? Cosa avreste fatto se la situazione fosse degenerata?

Tutta la Bolivia era in una situazione critica, con tutte le strade serrate, ma noi avevamo la fortuna di essere praticamente di fronte all’aeroporto, quindi volendo avremmo potuto prendere un aereo e tornare a casa.

Ci abbiamo pensato a lungo, in quanto eravamo veramente incerti cosa sarebbe potuto succedere se fossero entrati dentro la comune, però allo stesso tempo non ce la siamo sentita di lasciare quelle persone in difficoltà senza il nostro aiuto.

Anche ora che siamo in quarantena in Argentina a causa del Corona Virus ci hanno consigliato in molti di tornare in Italia, ma per adesso restiamo qui, anche se è davvero difficile in quanto non possiamo spostarci per nessuna ragione e anche per andare a fare la spesa dobbiamo essere scortati dalla polizia.

Per adesso aspettiamo e vediamo come evolve l’emergenza sanitaria.

 

Il vostro Van non ha problemi a stare fermo per così tanto tempo?  Come fate con il bagno?

Non è il massimo, ma prendiamo le dovute precauzioni.

Mettiamo i cristi sotto per sollevare le gomme in modo che non si ovattino, qui per fortuna non ne abbiamo bisogno perché lo spostiamo ogni giorno per cambiare la posizione delle gomme.

Nel nostro van è presente il bagno, che svuotiamo una volta a settimana circa.

Adesso che siamo qui fermi lo svuotiamo nei bagni del campo di calcio dove siamo in isolamento.

Abbiamo anche la doccia ma al momento l’acqua è molto fredda, prima si scaldava con una bombola del gas, il problema è che ora essendo tutto chiuso non possiamo ricaricarla, quindi abbiamo risolto il problema scaldando l’acqua in un fornelletto.

 

Secondo voi è possibile per tutti costruirsi un van da zero? In Italia è una cosa che si può fare?

L’ Italia è uno dei paesi più difficile per fare questa cosa.

Non posso dire che tutti possono costruirsi il proprio van adibito a casa, perché serve una certa manualità, io per fortuna ho il mio compagno che è bravo con i lavori manuali.

Le cose importanti comunque sono:

  1. Non bisogna modificare la struttura del mezzo, lo scheletro.
  2. L’omologazione: molti acquistano il van, lo adibiscono a casa e poi lo fanno omologare in Germania, perché in Italia farselo omologare è veramente difficile.

 

Torniamo a parlare del vostro viaggio, dove avete lasciato il cuore?

In questo viaggio siamo rimasti molto colpiti del Messico, non mi sarei mai immaginata una cosa del genere, impressionante.

Ci sono delle zone in Messico in cui da un paesino all’altro cambia tutto, vestiti, cultura, cibo ecc.

E’ l’unico paese che ci ha ricordato l’Italia per questa diversità.

Anche la Colombia è stata fantastica, la gente è davvero meravigliosa.

Come bellezza il Perù, soprattutto la parte nord, dove non si incontrano quasi mai turisti, perché spesso è la parte sud quella più visitata.

 

Durante questo viaggio avete mai pensato di fermarvi a vivere in un luogo a tempo indeterminato?

L’unico luogo che per noi sarebbe adatto è l’Argentina, perché in tutti gli altri paesi dell’America Latina abbiamo sentito un pò il fatto di essere stranieri.

Invece l’Argentino ha discendenza Europea, infatti non è difficile trovare qui persone con cognomi italiani e volti italiani, qui in Argentina amano molto l’Italia perché in molti hanno discendenti che vengono proprio dal nostro paese.

Qui ci siamo sentiti veramente a casa, la gente gesticola come facciamo noi, il cibo è molto simile, qui hanno la nostra stessa idea di cultura, socialità e altre cose.

 

Quanto costa viaggiare in van nelle Americhe? State avendo qualche entrata in questo periodo di viaggio?

E’ difficile fare una media delle spese sostenute.

Ci sono alcuni costi che incidono molto sul budget:

  • La Benzina, che è la spesa più onerosa
  • La spesa
  • La manutenzione del veicolo

Queste spese cambiano molto in base al paese che si attraversa, e non è detto che dove la benzina costa di meno si spenda di meno, in quanto spesso capita che proprio nei paesi dove questo costo è inferiore, si finisce per viaggiare di più e quindi spendere anche di più.

Se proprio dovessi fare una media, direi che siamo rimasti sui 1000$ al mese, quindi 500$ a testa.

Quando ci accorgiamo di stare sforando da questo budget allora cerchiamo di rallentare in modo da contenere i costi.

In fondo quando si viaggia in questo modo si ha quasi il pieno controllo delle spese da sostenere, in quanto dipende quasi tutto dagli spostamenti.

Io consiglio di organizzarsi cercando di avere qualche entrata durante viaggi del genere, in modo da ammortizzare le spese.

Noi abbiamo cominciato a fare qualche mercatino vendendo oggetti di artigianato costruiti da noi e i nostri scatti sottoforma di cartoline, oppure vendendo materiale video o foto online sui siti di microstock.

Sul mio canale youtube ho fatto dei video dove spiego come monetizzare durante i viaggi, insieme al racconto delle nostre avventure e della nostra vita in van.

 

Vivere viaggiando come fate voi, è una cosa fattibile a tutti a livello di spese ed introiti?

Dipende, noi in questi 7 anni abbiamo avuto modo di vivere e lavorare in Australia e questo ci ha permesso di metterci via un bel gruzzoletto.

Se decidete di vivere in van e viaggiare è fondamentale secondo me avere dei soldi da parte per poter affrontare periodi di crisi.

Ad ogni modo, se si riesce ad ridimensionare la propria vita e diventare un pò minimalisti, secondo me tutti possono riuscire ad avere piccole entrate mensili dall’online in modo da poter far fronte alle spese.

Diventare freelance affermati in un campo e farci i soldi è molto dura perché servono skills comprovate, ma prendere piccoli introiti da varie fonti è decisamente più semplice.

 

E’ sempre un piacere parlare con te Diana. Ora dicci dei tuoi progetti futuri.

Quando passerà questo periodo di emergenza e avremo terminato il nostro viaggio esplorativo nelle Americhe, contiamo di tornare in Europa per qualche mese, dove ci prepareremo per un nuovo viaggio in Africa.

Ultimamente ci siamo buttati molto su youtube in quanto è un’ottima fonte di monetizzazione per noi, perché non abbiamo possibilità di fare nuovi scatti da vendere online e non possiamo fare mercatini a causa dell’isolamento.

Nonostante questo abbiamo chiesto ai nostri follower di non farci donazioni ma di concentrarle solo sugli ospedali che stanno subendo una forte crisi a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

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