Diana vive viaggiando da oltre 6 anni: ecco come fa

Diana Barbieri

E’ possibile viaggiare a tempo indeterminato senza avere particolari abilità?

Questa è una delle domande che mi viene fatta più spesso da chi vorrebbe trovare il modo di poter vivere da eterno viaggiatore.

Esistono delle professioni con cui si può viaggiare e lavorare al contempo, ma esistono anche modi per poter viaggiare a tempo indeterminato senza avere particolari competenze, semplicemente usando la propria inventiva per poter prolungare il viaggio il più possibile.

Diana infatti, è la testimonianza vivente che se davvero lo si vuole, si può vivere viaggiando semplicemente combinando intelligenza, astuzia e spirito di adattamento.

Ciao Diana, dicci chi sei…..

Ciao Nico, grazie per questa intervista.

Mi chiamo Diana Barbieri, ho 33 anni, di Mantova, e se dovessi darmi una definizione malgrado non ami le etichette, ti direi che sono una viaggiatrice overland.

Cosa significa?

Un viaggiatore overland è un viaggiatore che generalmente o non prende aerei o ne prendi molto pochi, e compie viaggi molto lunghi, quindi mesi o addirittura anni, e visita uno o più paesi tutti in una volta.

Le mie passioni sono il viaggio, la fotografia, curare i miei social e il bar-tending.

Vivi viaggiando da 6 anni, come ci riesci? quali sono i tuoi segreti?

E’ una combinazione di fattori , non c’è la bacchetta magica e la cosa comporta non pochi sacrifici soprattutto dal punto di vista dei comfort, come potete immaginare.

I fattori chiave sono sostanzialmente 3:

  • Avere un cuscinetto di salvataggio economico di sicurezza, quindi anche risparmi che si sono messi da parte lavorando. Un buon metodo è quello per esempio di lavorare dove i salari sono alti, e poi spendere dove il costo della vita è basso. Io, come dicevo, sono anche bartender ( in Italiano barman ), questo è un lavoro spendibile un pò ovunque nel mondo, un pò come il cuoco. In Australia per esempio questo lavoro mi ha fruttato molto in termini economici. In Italia ho lavorato 7 anni prima di mettermi in viaggio. Insomma, tutto questo mi ha permesso di mettermi da parte un bel gruzzolo. La formula sarebbe lavorare uno o due anni, per avere uno o due anni di libertà, poi ovviamente va rivista questa equazione in base a come si viaggia, e a quanto si è in grado di rinunciare.
  • Avere un piccolo introito mensile, che aiuti a coprire le spese principali. Questo introito può arrivare da un lavoro online per esempio, oppure da una casa in affitto in italia con Airbnb o altro. Dato che la spesa principale di chi fa il mio stile di vita è quello dello spostamento, basterà fermarmi un pò di più in un luogo per ammortizzare i costi. Ci sono diversi lavori online che si possono fare e li spiego tutti sul mio canale youtube.
  • Spese di viaggio: E’ bello avere introiti ma se si comincia a spendere e spandere si può anche andare in difficoltà. Si deve imparare ad abbattere i costi non necessari. Quando si viaggia come facciamo noi, non c’è nessuna fretta, questo consente di potersi fermare più a lungo nei luoghi che preferiamo. Pensavamo di metterci 2 anni, e invece siamo in viaggio da 6 😆
    La cosa bella è che questo stile di viaggio ti consente di viaggiare più a lungo e spendere meno, piuttosto che spendere di più e viaggiare di meno. Altro costo da abbattere è sicuramente quello dell’accomodation. Ci sono svariati modi per risparmiare, noi per esempio abbiamo acquistato un van e lo abbiamo convertito in un camper. Inoltre facciamo boondocking, quindi ci fermiamo a dormire dove ci ispira, senza pagare campeggi o quant’altro. Noi in 10 mesi abbiamo pagato solo 6 notti, in paesi dove costava pochissimo. Ci sono comunque tanti altri modi. Poi dipende anche dai paesi, in Australia e Nuova Zelanda ci sono molte attrezzature disponibili per i van lifer, questo aiuta molto.

I tuoi spunti sono davvero interessanti, ma immagino che la tua vita non sia sempre stata viaggio e avventura.
Cosa facevi prima di tutto questo?

Prima facevo qualcosa che non centrava assolutamente nulla con il viaggio.

Ho cambiato molti lavori cominciando subito dopo il diploma e il mio primo lavoro è stato fare la promoter per Cesare Ragazzi, ero l’incubo dei calvi e dei pelati 😆

Dopo svariate mansioni sono passata al lavoro da ufficio in una scuola di lingue straniere, e già questo cambiò molto il mio pensiero sulla vita, in quanto vedere persone madrelingua venire da tutto il mondo per esaudire i loro sogni era estremamente affascinante.

In seguito ho lavorato come cameriera, poi come coordinatrice in una casa editrice, poi in ufficio acquisti, in ufficio vendite ecc.

Tanti tipi di impieghi diversi.

Un cambiamento notevole. Ma quali sono le reali motivazioni che ti hanno portato alla vita che conduci ora?

Come dicevo prima, già il fatto di avere conosciuto persone nella scuola di lingue molto intraprendenti ha cambiato non di poco il mio modo di vedere le cose.

Un’altra cosa importante è il fatto di essere ambasciatrice di couchsurfing, realtà in cui è possibile farsi ospitare da altri, o ospitare persone a casa propria, a titolo completamente gratuito.

Io iniziai ad ospitare persone quando avevo 23 anni nel mio monolocale, e casa mia era praticamente un ostello 😆

Ospitare persone da ogni parte del mondo è meraviglioso, si impara bene l’inglese e inoltre ascoltare le storie di questi viaggiatori mi dava delle sensazioni incredibili.

Tutto questo mi ha portato a pormi delle domande sul mio stile di vita.

Iniziavo a svegliarmi al mattino con mille dubbi, chiedendomi ” cosa ci faccio qui”? Questa non è la vita che voglio vivere. Dovrò fare questa vita per 40 anni ” ? Ecc.

In particolar modo l’ambiente di ufficio era un ambiente che mi opprimeva moltissimo.

Il fatto di vivere con certezza, sapendo esattamente a che ora ti sveglierai, cosa farai alle 7.40, alle 8.05 alle 15.25, sapere ogni giorno cosa farai è una cosa che distrugge una persona, almeno questa è la mia opinione.

Già il fatto di andare ogni mattina in ufficio era una cosa terribile.

Per 6 mesi all’anno si è costretti ad uscire di casa alla mattina presto fra nebbia, buio e gelo, ed uscire alla sera dall’ufficio con le stesse condizioni; praticamente non si vede mai la luce del sole, se non in quelle poche ferie all’anno.

Poi il weekend spesso piove, per la famosa legge della sfiga 😀

Quindi alla fine tutto questo mi ha portato a diventare veramente apatica.

Andavo in ufficio, sfogavo le mie frustrazioni nel cibo ed ero molto nervosa.

Per cercare di restare omologata alla società ho provato a cambiare qualsiasi cosa pur di farmi andare bene quella situazione, ma non c’era verso.

L’unico ambiente in cui sono riuscita a resistere è stato nella scuola di lingue, ma poi è arrivata anche la crisi economica e ha messo tutti nelle condizioni di andarsene.

Insomma, tra la mia frustrazione del lavoro da ufficio, la crisi, il clima, i servizi che in Italia che non sono il massimo, mi hanno portato ad un punto di rottura in cui ho detto basta.

Ho venduto tutto quello che avevo e me ne sono andata.

IG @closeto_eternity

Circostanze in cui penso si rivedano in molti.
Quali sono i vantaggi e le difficoltà maggiori di questo tipo di viaggio on the road?

Tra i vantaggi c’è sicuramente il fatto di non avere fretta e avere molto tempo a disposizione.

Se un giorno, vivendo in van, desidero non viaggiare, lo posso fare.

Mi chiudo dentro e faccio quello che voglio.

Avere così tanto tempo libero è una cosa molto positiva perché ti porta a conoscere molto meglio te stesso e ad esplorare le tue relazioni interpersonali con altre persone.

Inoltre questo porta ad abbassare molto i livelli di stress.

Una persona che lavora all’interno della società tende sempre ad essere un tantino nervosa, anche se ama fare il suo lavoro.

Il viaggio lento ti aiuta a rilassarsi.

Poi il fatto di avere molto tempo ti permette di risparmiare.

Noi abbiamo conosciuto gente che in due settimane a New york ha speso quello che noi abbiamo speso in 8 mesi di viaggio.

Avendo poco tempo una persona deve avere tutto già organizzato, con programmi prestabiliti ed orari rigidi. In un certo senso non si stacca mai dalla mentalità lavorativa viaggiando in questo modo.

Negli svantaggi metterei che in ogni caso il cibo italiano manca, soprattutto le lasagne o la pizza  🙂

Anche gli affetti famigliari e gli amici mancano.

Quando si viaggia a lungo il distacco si sente e non poco.

Un altro aspetto negativo è legato alla sensazione di sentirsi un pesce fuor d’acqua ogni qualvolta si rientra a casa in Italia, perché è molto difficile trovare persone che possano capire come sei cambiato e come sia ora la tua vita.

La sensazione è sempre che tutto sia rimasto immutato.

Per esempio, con le amicizie può crearsi una sorta di distacco emotivo per il fatto di passare da un rapporto di quotidianità al non esserci praticamente mai.

Per quanto riguarda il viaggio fine a se stesso, non riesco a trovare lati negativi.

Abbiamo un van che ha tutto all’interno: cucina con due fuochi, acqua e doccia calda, lavandino con acqua depurata, letto, ventilatore e frigorifero.

Possiamo andare e fare quello che vogliamo.

Ovviamente per questo tipo di viaggio, soprattutto in van, bisogna avere una certa consapevolezza di sè, nel senso che questo tipo di viaggio richiede un pò di manutenzione, e nel mio caso è il mio compagno che aggiusta tutto, io mi occupo più dell’aspetto burocratico e organizzativo.

Hai viaggiato davvero tanto, quali sono i posti più belli che hai visto? Hai mai avuto la sensazione di pensare ” Ok, qui mi fermo a vivere ” ?

I luoghi più belli non sono generalmente quelli in cui ti fermeresti a vivere.

Mi spiego…..

I paesaggi più selvaggi sono davvero fuori dal mondo, io sono un’amante della tundra artica, che come tipo di panorama ho trovato solo in Mongolia e in Alaska, ma lì è davvero freddo ( – 40° d’inverno ), e non è un luogo in cui è piacevole vivere sebbene sia meraviglioso.

Stessa cosa per i deserti, che io adoro.

A livello di metropoli mi piacque molto Sydney, anche perché è una delle città con la più grande cultura del cocktail del mondo, quindi per me, anche a livello lavorativo, era fantastico.

Lì ho lavorato in un hotel a 5 stelle con bar nel rooftop con vista sull’Opera di Sydney, e ogni sera vedevo un tramonto pazzesco, poi ho lavorato nella distilleria di Sydney che è un posto di altissimo livello.

A livello lavorativo Sydney mi ha dato tantissime soddisfazioni, inoltre la qualità della vita è straordinaria.

Lo stipendio medio per un casual è 23 $ l’ora e la vita non è così cara come la gente crede.

E’ cara se la vivi come un turista, ma se ci vivi e lavori ti metti via delle grandissime cifre.

Per tutte queste ragioni, Sydney sarebbe stato un ottimo compromesso dove vivere, magari lavorare 6-8 mesi all’anno, e il resto dell’anno viaggiare.

Purtroppo però per il problema dei visti molto restrittivi non mi è stato possibile restare nella capitale Australiana.

Altri luoghi non saprei, mi piacque molto San Diego, Strasburgo e Norimberga, ma non so se ci vivrei.

Leggi anche: ” Stefano: ho mollato tutto a 50 anni per andare a vivere in barca e viaggiare tutto l’anno

Negli states avete acquistato un van e lo avete adibito a casa, come avete fatto? Perché questa scelta? Vantaggi e svantaggi?

Per iniziare abbiamo scelto il tipo di viaggio che volevamo compiere nelle Americhe e, fatto ciò, ci siamo fatti un’idea sul tipo di veicolo di cui necessitavamo.

Sapevamo che un 4wd non fosse necessario; tuttavia, avere high clarence – una buona distanza tra il terreno e il punto più basso del van – avrebbe potuto fare la differenza.

Volevamo qualcosa di relativamente piccolo, che stesse all’interno di un parcheggio auto, quindi optammo per un passenger van.

Un’altra cosa che per noi era fondamentale era la discrezione, ovvero avere un mezzo che non sembrasse un camper, e su questo siamo stati bravi: dall’esterno il nostro van sembra un mezzo adibito al trasporto passeggeri e non un mezzo in cui vivere e dormire

Su youtube ad ogni modo, ci sono tantissimi video su come adibire una casa su un van, come fare manutenzione e tante altre informazioni utili.

Il modello di van che si acquista è molto importante, perché più il modello è diffuso nel paese che si visita, più sarà facile trovare pezzi di ricambio.

Altra cosa importante è leggere qualche recensione sui vari forum sul modello che si vuole acquistare, consumi, problemi e altro.

Se alla fine il Van supera tutti i test preliminari, lo si fa vedere da un meccanico di fiducia, e se supera anche il suo ok, si può trattare sull’acquisto.

Esiste anche un sito dove, con qualche decina di dollari, si può avere un documento ufficiale con tutta la storia del van, questo è utile per essere sicuri di non essere fregati.

Naturalmente si deve controllare tutta la parte sotto del veicolo e gli interni, per controllare che non ci sia ne muffa ne ruggine, nemici principali per il tipo di viaggio che facciamo noi.

Una volta acquistato, si rimuovono i sedili e le plastiche, e si pulisce il tutto in modo quasi maniacale, perché se rimane dello sporco sotto si rischia di avere della ruggine.

Fatto ciò, si comincia a mettere l’isolamento, possibilmente in lana di roccia, poi i pannelli di legno come pareti, costruire un letto estensibile, il mobile della cucina, il bagno e ovviamente calcolare tutte le dimensioni al millimetro, comprese la tanica del gas e quella dell’acqua.

Poi, si inizia a creare l’impianto idraulico ed elettrico, che è la parte più drammatica di tutta la conversione.

Si acquistano inverter, pannelli solari, filtri dell’acqua le rifiniture ecc.

Più o meno questo è quanto.

I vantaggi sono tanti come si può immaginare e come ho detto prima.

Gli svantaggi dipende molto da quanto si fa con cura questa conversione e quanto si spende per il tutto.

Noi abbiamo speso 4.000 $ per la conversione, e per l’acquisto del veicolo 6.000 $.

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Qual è la differenza sostanziale tra il viaggio lento e le classiche due settimane di ferie?

Oltre alle cose citate prima, una delle cose più belle che il viaggio lento concede, è quella di avere un vero contatto con le persone del luogo, perché fino a quando si è solo un elemento di passaggio, è normale essere considerati solo un ATM su gambe, e la maggior parte dei contatti che si hanno quando si va di fretta sono con persone che sono abituate al turismo e che lavorano con il turismo, con la conseguenza di essere visti sotto un’ottica commerciale.

Il viaggio lento permette di fare molte cose fra cui per esempio anche imparare la lingua del luogo.

Un altra cosa, è andare in luoghi che non sono toccati dal turismo di massa e questo induce i local ad essere più curiosi nei nostri confronti, perché la gente che è abituata a vedere turisti tutti i giorni solitamente non è incuriosita e non ha voglia di interagire con voi, mentre nei luoghi meno turistici è possibile appunto avere un contatto più profondo con essi.

Io sono stata in paesini in cui io stessa sono stata l’evento più eccezionale dell’ultima decade.

Gente che ci ha invitato a mangiare a casa loro, dormire, restare per quanto tempo volessimo, come se fossimo parte della famiglia.

Avere due settimane di viaggio programmate non permette assolutamente nulla del genere.

Noi per esempio siamo rimasti a Pachuca in Messico 12 giorni ospitati da una famiglia del luogo, altri 6 giorni siamo rimasti a Playa Santispac , in Baja California, dove avevamo trovato una spiaggia che ci piaceva, e trovando altri compagni di viaggio ci siamo fermati una settimana.

Tutte queste cose straordinarie non sarebbero state possibili con un viaggio preimpostato.

Nei viaggi programmati di oggi si cerca sempre di vedere il più possibile in poco tempo, ma si tende a dimenticare uno dei fattori più belli del viaggio, ovvero che un luogo non lo si capisce in un giorno, una piazza non è la stessa piazza la sera o il mattino, non è la stessa cosa vista al venerdì sera o al martedì quando c’è il mercato.

Quindi questo è sicuramente l’aspetto che differenzia maggiormente il viaggio lento da quello tradizionale.

Le persone che cercano stili di vita alternativi sono in aumento. Pensi ci sia qualcosa di sbagliato nel sistema lavorativo all’interno della società?

La nostra società è terribile, in particolar modo quella Italiana, e soprattutto ultimamente si sta davvero sfiorando il ridicolo.

Mentre altri paesi si stanno lanciando verso nuovi stili di lavoro, verso una riduzione dell’orario lavorativo pur mantenendo alti gli stipendi per garantire poche ore di lavoro ma molto proficue, e iniziano a puntare molto di più sugli obiettivi anziché sulle ore effettivamente lavorate, l’Italia come al solito va al contrario.

Noi Italiani non abbiamo capito una cosa che nel resto del mondo hanno già capito, ovvero che un lavoratore ben pagato, è un dipendente contento che lavora bene, che non se ne va, e soprattutto che il tuo dipendente è anche tuo cliente.

Perché il dipendente fa parte del ceto medio, e se il ceto medio non sta bene economicamente non consuma, quindi l’imprenditore fallisce.

Questa cosa l’Italiano medio non l’ha mai capita, anzi, puntiamo sempre al ribasso.

Io purtroppo mi sono sentita dire spesso ( io come tanti miei conoscenti ): “ma io fuori dalla porta ho la coda, quindi se non fai come dico io, ti licenzio e ne trovo altri mille

E’ una cosa tristissima, ed è anche una cosa che un essere umano non dovrebbe mai dire a un altro essere umano.

Questi imprenditori sono di una pochezza assurda.

Tutto questo non porta il dipendente a essere gratificato, ma porta sempre più gente a fare scelte drastiche come la mia.

Se esistesse un mondo con una reale gratificazione lavorativa, anche i dipendenti sarebbero più propensi a fare di più, ma purtroppo non è la realtà Italiana, almeno in questo periodo storico.

Qualche datore di lavoro bravo c’è, ma ce ne sono troppi che andrebbero completamente rieducati.

Nell’ultimo anno di crisi economica c’è stato un lieve miglioramento, ma non vedo un progredire nella mentalità, almeno per ora.

Purtroppo, finché non si arriverà ad un punto in cui si alzerà l’offerta di lavoro, non riusciremo a cambiare questa mentalità.

L’Italia arriverà dove gli altri paesi sono già ora fra 20 o 30 anni, ma rimarrà sempre e comunque indietro.

C’è ancora tanto da lottare.

Una grande mano la stanno dando quelli come me che vanno a lavorare all’estero, perché piano piano la gente sta capendo che non ci sono più giovani ne per pagare le pensioni ne per lavorare.

Tutte le persone più intraprendenti se ne vanno.

Chi rimane ha spesso un ostacolo fisico o mentale per cui non può andarsene, oppure non sa come reinventarsi o crede di non potercela fare.

Poi, c’è da dire che chi lavora con le solite 40 ore a settimana non ha assolutamente abbastanza tempo per vivere.

Considerando il tempo per preparare i pasti,  mangiare, igiene personale, sport, una persona ha già finito di vivere, e in Italia al momento è così.

Poi non voglio parlare dell’impatto psicologico che tutto questo ha su una persona, perché come dicevo si va a finire nell’apatia più totale, a causa di come la vita si ripete giorno dopo giorno sempre allo stesso modo.

Nessuna persona sana di mente può sopportare una vita identica per 40 anni, o almeno per me è inconcepibile.

Mi trovi assolutamente d’accordo.
Parlando del tuo viaggio attuale, Quanto costa viaggiare come fate voi?
Secondo te questo stile di vita si può fare anche a tempo indeterminato?

I costi dipendono moltissimo dal viaggio che si vuole fare.

E’ molto difficile fare un riassunto o una media.

Io ho fatto un pò tutti i tipi di viaggio, tranne quello in bici, perché sono troppo pigra 😆

Ho fatto 3 mesi in Balcani e Turchia, dove ho speso sui 300 € al mese facendo campeggio selvaggio e autostop.

Poi ho fatto 8 mesi in Asia con zaino in spalla, e ho speso circa 700€ al mese.

Australia e Nuova Zelanda è stato diverso, ho speso di più ma ho lavorato e sono riuscita a mettermi via parecchi soldi.

Nel nostro viaggio attuale stiamo spendendo un pò di più.

Ci siamo prefissati di fare questo viaggio in massimo 2 anni.

Gli States e il Canada sono stati molto cari, e anche la spesa per il Van è stata cospicua.

Al termine di questo viaggio faremo un’altra stagione lavorativa per ricaricare i conti.

Quindi dipende molto da dove vai e in che modo viaggi.

Per quanto riguarda il nostro stile di viaggio abbiamo 3 spese fondamentali:

  • benzina
  • supermercato/cibo/acqua
  • pezzi di ricambio per il Van

Nonostante Marco faccia la manutenzione da solo, i costi si sentono, perché in questo viaggio i km sono tantissimi, e le strade sono molto spesso sterrate. ripidissime e piene di buche.

C’è anche il costo di alcune escursioni in luoghi che non si possono raggiungere con il van e gli ingressi nei parchi nazionali o musei ecc.

Insomma, alla fine della fiera, per un viaggio di questo tipo si spende in media sui 1000 $ al mese a testa.

Fare questa vita a tempo indeterminato? Vi dico solo che il nostro vicino tedesco vive nel suo Van da 9 anni, e non è un Van qualunque, è un Van che è grande come un camion.

Ci sono Americani che hanno dei camper pazzeschi con dentro anche la sala giochi per i bambini o il mini garage con dentro la smart, le moto o le biciclette.

C’è gente che questo stile di viaggio lo vive senza alcun problema perché hanno dei camper che sono più grandi del mio ex appartamento 😆

Però ci sono persone che hanno un van tipo il nostro, e che ci vive davvero da tanti anni.

Abbiamo conosciuto anche famiglie con bambini, che seguivano il programma di apprendimento a distanza e quindi facevano esami online, e questi bambini erano sveglissimi, già a 5 anni parlavano 4 lingue.

Abbiamo anche conosciuto persone anziane che stanno facendo il nostro stesso viaggio.

Se poi una persona ha la possibilità di fare un lavoro online o di avere una rendita fissa come Airbnb, non vedo perché dovrebbe vivere sempre nella stessa città se non è ciò che realmente desidera.

Quindi, direi che si può fare anche a tempo indeterminato.

Cosa consiglieresti a chi vorrebbe intraprendere un percorso come il vostro?

Il mio consiglio è il seguente: partite piano.

Mettetevi da parte un cuscinetto, perché con meno di 5.000€ da parte non vivrete sonni tranquilli, e partite.

Partite più giovani che potete, perché più andrete su con gli anni più legami diventeranno profondi.

Partire a 19 anni quando si hanno solo gli amichetti di scuola e la famiglia è molto più semplice a livello emotivo.

Altra cosa: partite con mete semplici.

L’Asia in questo momento è un continente molto sicuro, generalmente, ed è anche molto economico, il che non guasta.

Fare un errore in un paese economico è diverso dal farlo in un paese caro come gli Stati Uniti, e peserà meno a livello economico.

I primi viaggi fateli con nessuna responsabilità, quindi senza veicolo, piuttosto usate la bici, i mezzi o quant’altro.

Poi, quando siete ben rodati, potete anche passare su un van, e anche li andate per gradi, partite da un van piccolo e passate su uno più grande piano piano, perché più il van è grande più costa.

Se volete a tutti i costi viaggiare con un van sin da subito vi consiglio l’Australia, in quanto è un unico paese ed è gigante, quindi vi darà modo di realizzare cosa significhi viaggiare con un mezzo di questa portata, senza incorrere in inutili grane burocratiche per esportare il veicolo da un paese all’altro.

Il viaggio come il nostro è impegnativo, non da principianti, e non lo consiglierei per la prima esperienza.

Ricordate che se la prima esperienza di viaggio (overland o meno) non sarà positiva, difficilmente farete un secondo tentativo

Quindi come per tutto, prudenza, preparazione, e profilo basso.

Noi siamo on the road da 6 anni e non so quante volte abbiamo salvato gente dal deserto, o dalla macchina in panne, perché la gente sottovaluta quello che può capitare.

Ultima cosa che posso consigliare è quella di scaricare un po’ di app utili:

  • ioverlander o wikicamps: per vedere dove parcheggiare, dove prendere l’acqua, ristoranti, meccanici, camping ecc.
  • mapsme per le mappe offline
  • alltrails per i trekking
  • polarsteps per tracciare una mappa del mio percorso e per avere qualcuno che segue sempre dove siamo anche per la nostra sicurezza
  • googletraduttore perchè può sempre servire
  • un’app per il cambio valuta
  • un’app per le spese di viaggio
  • spotify per la musica
  • googledrive per archiviare
  • app bancarie varie
  • un’app per riconoscere piante e funghi quando si fanno le escursioni

Parliamo di progetti futuri: cosa bolle in pentola?

Come dicevo prima, è difficile per noi prevedere cosa faremo in futuro, non so neanche cosa farò domani mattina.

Abbiamo un’ idea, che è flessibile e che può cambiare in qualunque momento, che è quella di andare giù fino alla punta dell’Argentina, e contiamo di arrivarci a Marzo 2020.

Dopodiché penso andremo a casa a dare due saluti alla famiglia, e fuggiremo il più velocemente possibile a fare la stagione lavorativa ad Ibiza.

Io ho una mia carissima amica che abita laggiù, nonché ex collega, che potrebbe ospitarci, altrimenti troveremo un appartamento.

Avevamo anche pensato di fare un altro van da portare ad Ibiza, ma le tempistiche non giocano a nostro favore.

Non sappiamo se ad Ibiza ci fermeremo alla fine della stagione o ripartiremo.

In cuor mio spero sempre di trovare quel luogo che mi faccia dire ” Oddio che bello, qui mi fermo a vivere ” e che mi faccia accomodare un attimo, però allo stesso tempo sono felice di non averlo ancora trovato.

Ed ecco uno dei motivi che fa capire quanto è difficile sapere cosa faremo in futuro.

Sicuramente alla fine di questo viaggio saremo poverissimi, per questo andremo a fare la stagione ad Ibiza. 😆

Se la cosa non dovesse piacerci comunque, o sentissimo la mancanza di questo nostro stile di viaggio, ripartiremo.

Il viaggio ora è ancora lungo, ora siamo in Guatemala ad Antigua, e abbiamo ancora del tempo per pensarci.

Nel frattempo in questo anno stiamo curando molto i nostri social.

Trovate la pagina Facebook qui, la pagina Instagram qui, il nostro blog qui e youtube qui.

Stiamo pensando in futuro di attraversare anche l’Africa, ma al contrario di quello che si pensa, è un continente che può essere molto caro.

Al momento non possiamo permettercelo, ma se volete darci una mano, vi chiedo di iscrivervi ai nostri canali, in modo che forse un giorno potremo chiedere una sponsorizzazione e poter realizzare questo nostro sogno di effettuare questo nuovo viaggio.

L’ultima cosa che vi voglio dire è: partite.

Un giorno, la persona che diventerete, si guarderà indietro e ci sarà una specie di contatto fra di voi.

Ricordatevi che il “voi” del futuro vi osserva attraverso i suoi ricordi, quindi un giorno dovrete rendere conto delle scelte di vita che oggi fate a quella persona.

Piuttosto che vivere delle situazioni di disagio, ribellatevi.

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