Diana Bancale: ecco come sono riuscita a diventare una travel blogger

diana bancale

Vivere viaggiando, essere Travel Blogger e collaborare con hotel, Resort e brand di fama internazionale.

Un desiderio che negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente, tant’è che si è visto un incremento cospicuo di persone intente a farsi strada come Influencer nel mondo Travel.

Eppure, essere travel blogger è molto di più che postare foto di viaggio su Instagram o su Facebook, e spesso lo stile di vita che appare sulle stories è molto diverso da ciò che avviene nella realtà.

Ne parliamo con Diana Bancale, una delle travel blogger più conosciute e creative della scena attuale.

Ciao Diana, dicci chi sei…..

Ciao Nico, grazie per questa intervista.

Mi chiamo Diana Bancale, sono di Napoli ma vivo a Parma ormai da 18 anni, e sono una blogger di viaggi.

Una professione ambita da molti.
In cosa consiste esattamente il tuo lavoro?

Il blogger di viaggio è colui che possiede un blog, quindi non solo una pagina social come Instagram o Facebook.

E’ colui che racconta sul proprio blog delle sue esperienze di viaggio dando per lo più consigli ai lettori in linea con le sue preferenze, su itinerari, hotel, posti dove dormire, dove mangiare ecc.

Chiaramente, per esigenze di marketing, vengono in aiuto i social media che permettono di farsi conoscere e di amplificare il proprio pubblico.

Come sempre ci saranno degli aspetti difficili da considerare, anche in questo lavoro.
Quali sono, e soprattutto, come guadagni con questa attività?

Rispetto a prima, quando lavoravo da dipendente, oggi lavoro per me stessa, quindi significa che non ho uno stipendio fisso a fine mese, indi per cui un mese posso guadagnare “bene” e un altro mese può andarmi un po’ più male.

Quindi una delle difficoltà principali è il fatto di non poter prevedere quanto guadagnerò, con la conseguenza di dover stare sempre attenta alle mie spese.

Un’altro aspetto che può essere complicato, almeno per quanto mi riguarda, è il fatto dell’auto promozione di se stessi; ciò che si vende in questo caso è la propria persona, quindi il proprio blog, ed è essenziale imparare a prendere l’iniziativa e proporsi ai potenziali clienti nel migliore dei modi, ovviamente senza sparare nel mucchio ma selezionando con cura a chi rivolgere la propria attenzione.

Per quanto riguarda i guadagni, ci sono vari modi per poter monetizzare.

Per esempio, io guadagno tramite le views sul sito web, grazie alle pubblicità presenti su di esso, questo vuol dire che più gente legge il mio blog, più io guadagno.

Poi, c’è il link building e articoli sponsorizzati, che consiste nel posizionare un link di un brand o creare un articolo che mi viene retribuito, ovviamente tutto legato al mondo dei viaggi, in quanto questo è il mio ambito; ovviamente quando creo articoli sponsorizzati, scrivo sempre che esso è stato scritto in collaborazione con un partner, per la trasparenza verso i miei lettori.

Ci sono anche le collaborazioni con tour operator, resort o hotel, i quali mi contattano per concordare un progetto di promozione di viaggi o altro; spesso in cambio vogliono un post sul blog e/o dei post sulle varie pagine social, ma questo è un aspetto che si stabilisce in fase di trattativa.

Negli ultimi anni ho cominciato a fare anche viaggi di gruppo, in collaborazione con tour operator o agenzie viaggio, anche per il piacere di viaggiare insieme a persone che mi seguono, e anche da questa attività riesco a guadagnare qualcosa.

Ci sono periodi in cui si lavora molto e altri in cui si lavora meno.

Per esempio nei periodi delle feste gli hotel lavorano molto e non hanno bisogno della sponsorizzazione dei travel blogger, mentre un periodo ottimo per lavorare è quello che anticipa l’Estate, in quanto le strutture hanno bisogno di visibilità per incrementare le prenotazioni per la nuova stagione.

Negli ultimi anni si è notato un incremento esponenziale di aspiranti travel blogger.
Tu come sei riuscita a crearti questa professione? Secondo te oggi si può considerare saturo questo mercato o c’è ancora spazio?

Io ho iniziato circa 5 anni fa, ma ci sono dei blogger famosi che hanno iniziato molto prima di me, quando il mercato era completamente libero.

Quando ho cominciato io, ce ne erano tanti, però non come adesso.

Oggi probabilmente sta passando il messaggio ( errato ) che basta avere Instagram o basta comprare follower ed è possibile lavorare, e sta crescendo il numero di persone che ci provano ma finiscono per mollare alla prima difficoltà, perché fare il travel blogger non significa assolutamente non lavorare.

Un altro problema sta nel fatto che oggi c’è poca inventiva.

Io per esempio ho puntato su una nicchia specifica, quindi specializzarmi sul viaggio in solitaria al femminile.

Oggi c’è troppa generalità, mentre bisognerebbe specializzarsi maggiormente su una nicchia per riuscire a farsi strada in questo mondo, e soprattutto non puntare solamente su un canale social come Instagram o Facebook.

Un altro messaggio che vorrei passasse è che non si deve imbrogliare.

Io ho sempre lavorato in maniera pulita, non ho mai imbrogliato comprando follower o usando bot per crescere, perché secondo me è meglio guadagnarsi le cose con le proprie reali capacità.

Un’altra cosa molto importante è quella di formarsi per svolgere questa professione.

Io ho un background in giornalismo, e la mia passione è sempre stata la scrittura.

Ho fatto un Master dopo la laurea sul marketing del turismo e social media, e poi ho frequentato un corso che mi è stato molto utile di travel journalism on line, e questa è stata propria la molla che mi ha fatto scoprire che il travel blogging poteva diventare un vero e proprio lavoro.

Inizialmente non guadagnavo denaro, ma piano piano mi sono creata il mio spazio sul mercato e ho cominciato a guadagnare, e ora vivo di questo.

IG @inviaggiodasola

Un cambiamento notevole rispetto al lavoro tradizionale.
Immagino te lo avranno chiesto in tanti, perché la scelta di questo cambio di rotta?

Quando lavoravo da dipendente stavo impazzendo.

Non perché il mio lavoro non mi piacesse, anzi avevo un lavoro di tutto rispetto e molto interessante, ma io mi sentivo in gabbia.

Mi svegliavo ogni mattina con la sensazione di non stare facendo quello che volevo davvero fare, non era quello per cui avevo studiato, mi sentivo di starmi un po’ buttando via, e questo mi frustrava e non poco.

Inoltre, non riuscivo a viaggiare quanto volevo, in quanto le ferie mi erano concesse in periodi prestabiliti, ad Agosto per esempio, e questo mi faceva proprio stare male.

Così ho approfittato di un piccolo litigio avuto al lavoro e ho colto la palla al balzo, sono andata a Miami e non sono più tornata al lavoro ( avvisando ovviamente ).

Da lì, non ho mai avuto un attimo di rimpianto.

Nonostante le tante difficoltà, la felicità e la soddisfazione di essere stata coerente con le mie passioni e i miei sogni mi fa essere una persona serena.

Come hai gestito il rapporto con gli altri durante questo cambiamento?
C’è stato qualcuno che ti ha remato contro?

Quando decisi di cambiare vita le persone non mi presero molto sul serio, quasi come se il mio fosse solo un capriccio.

I miei genitori non potevano proprio concepirlo, addirittura facevano fatica a vederlo come un lavoro quello del travel blogger.

Alla fine però non ci volle tanto perché accettassero il mio cambio di rotta, complice anche il fatto di essere sempre stata vista come uno spirito libero un po’ da tutti.

Inoltre il blog andava bene quindi non c’era motivo di dubitare della mia scelta.

C’è da tenere in considerazione che comunque io ho mollato un contratto a tempo indeterminato ottenuto dopo tanti anni, quindi era normale per loro pensare che fossi andata fuori di testa, anche per il fatto che all’inizio con il blog il mio guadagno era pari a zero.

Piano piano però, si sono abituati all’idea.

Leggi anche: “Diana: Dall’Alaska all’Antartica, ecco come vivo viaggiando da oltre 6 anni

Giustamente hai voluto rincorrere un tuo sogno.
Pensi che ci sia anche qualcosa di sbagliato all’interno del sistema lavorativo?

Secondo me la differenza sta nel fare un lavoro che realmente ci piace, in cui si sente che ci si sta realizzando.

Io per esempio oggi lavoro anche più di 8 ore al giorno, ma mi piace talmente tanto che non me ne accorgo neanche.

Il problema non sono le 8 ore, bisognerebbe solo dare un pò più spazio ai sogni, dimenticandoci per un momento del famoso posto fisso ( che non esiste neanche più ).

Ovviamente non dico che tutti dobbiamo fare i travel blogger, però ascoltare un pochino di più le proprie inclinazioni e le proprie ambizioni.

La vita è una, e si deve fare di tutto per raggiungere ciò che ci piace.

I primi anni di un nuovo progetto sono sempre i più difficili.
Quanto tempo ci hai messo a vedere i primi introiti, e che consiglio daresti a chi vuole partire oggi con la professione di travel blogger?

In media, per arrivare a guadagnare uno stipendio medio, ci vogliono circa 3 anni, ma questo dipende molto dal successo che ha il blog e tanti altri fattori.

Consiglio sempre all’inizio di dedicarsi ad attività parallele per poter dare il tempo al blog di crescere, perché come dicevo prima, all’inizio il guadagno è pari a zero.

I primi anni sono sicuramente i più difficili, anche perché si parte pieni di aspettative, e quando invece si vede che non va come avevi previsto ci si scoraggia e viene voglia di mollare.

Però sono proprio quei momenti in cui si deve tenere più duro.

Inizialmente, una volta aperto il blog e le relative pagine social, ho contattato i due siti web che ritenevo più di successo proponendomi come collaboratrice non pagata per poter scrivere articoli.

Questa fu un’ottima scuola per me.

Poi ho partecipato ad un corso di formazione di 3 giorni di blogger, per cominciare a capire come creare un mekia kit, come proporsi agli enti ecc.

Ho cominciato a frequentare tutte le fiere del turismo, sia per poter stringere rapporti con altri blogger, ma anche per poter procacciare collaborazioni.

Mi ricordo ancora la prima collaborazione che ottenni su twitter per un blog tour in Liguria, in cui mi invitarono e mi pagarono le spese e l’alloggio in cambio di promozione; ero al settimo cielo.

Da lì poi è stata una concatenazione di eventi che mi hanno portato ad avere sempre più collaborazioni, fino ad arrivare al punto di ottenere anche un compenso per i miei servizi.

E’ stata una cosa graduale.

Poi ho avuto l’occasione di andare in trasmissione da Licia Colò e quello mi ha dato molta visibilità, poi sono stata intervistata dall’huffington post e la Repubblica, e sono tutte cose che mi hanno permesso di ottenere un maggiore riscontro.

Come dicevo prima, inoltre, il fatto di aver scelto una nicchia specifica, mi ha permesso di essere notata da brand che erano interessati al mio pubblico.

Quindi, quello che consiglio ai nuovi blogger è:

  • Sceglietevi una nicchia, non siate uguali agli altri, e focalizzatevi sulle vostre passioni
  • Siate spontanei, non fate finta di essere persone che non siete. Io cerco di essere molto naturale e metterci la faccia. Le persone sui social sono circondati da falsità, e ricercano spontaneità e naturalezza.
  • Studiate sempre. Questo mondo digital si evolve alla velocità della luce, quindi se non si resta al passo con i tempi si rischia di rimanere indietro e perdere molti lavori.
  • Fate networking e confrontatevi. Frequentate le fiere e conoscete persone.

Quali sono i vantaggi maggiori di questo stile di vita ?

I ritmi sono completamente gestibili.

Mi sveglio con calma, e lavoro da dove voglio, già questo per me è impagabile.

Potrei lavorare da una spiaggia o da una piscina.

Anche se lavoro molte ore, alla fine della giornata sono felicissima perché ho fatto qualcosa che davvero amo.

Perché hai scelto di dedicare questo progetto al viaggio in solitaria al femminile?
Cosa significa per te viaggiare da soli?

Il progetto è nato per una mia passione.

Da quando avevo circa 20 anni ho cominciato a viaggiare da sola, e questo mi ha aiutato molto a livello caratteriale, in quanto sebbene sia molto socievole, sono anche molto introversa come persona.

Ho sempre amato viaggiare da sola perché amo gestire i miei tempi e i miei spazi a mio completo piacimento.

Ad un certo punto mi resi conto che quando raccontavo dei miei viaggi in solitaria suscitavo uno stupore pazzesco: ” Ma perchè vai da sola ? Ma chiedi a qualche tuo amico di venire con te.

No, io voglio andare da sola, è una scelta 😀 

Quindi, visto l’interesse, e dovendo e volendo scegliere una nicchia di viaggio, è diventata una decisione naturale.

Chiarisco che non è che viaggio da sola sempre, a volte capita di viaggiare con il fidanzato o con altri blogger, ma diciamo che tendenzialmente amo prendermi i miei spazi per poter viaggiare da sola.

Quali sono i falsi miti che si raccontano sui viaggiatori solitari?

Un falso mito è quello che viaggiare da soli sia da sfigati, cosa che secondo me non è assolutamente vera.

Viaggiare da soli significa invece essere molto sicuri di se stessi, quindi si può dire di chi viaggia da solo che abbia due “attributi” pazzeschi. 😀

Uno degli scogli più “difficili” da superare è stato senza dubbio quello di mangiare da soli, perché è una di quelle cose che normalmente si fa in compagnia.

Quando entri in un posto da solo e mangi da solo ti senti un pò osservato dalle varie coppiette e i gruppi di amici, ma piano piano ci si abitua anche a questo e si trova piacere a gustarsi un pasto in un luogo tipico durante un viaggio.

Un altro falso mito è quello di annoiarsi in viaggio da soli.

Quello che posso dire è che certamente ci sono dei momenti in cui avresti voglia di avere qualcuno, come per esempio quando osservi un tramonto romantico o quando vuoi andare a ballare, ma annoiarsi di se stessi lo trovo davvero impossibile.

Inoltre, alloggiando in ostello, si fanno sempre tantissime conoscenze, e i momenti da sola sono davvero pochi.

Poi io sono iper attiva quando sono in viaggio, quindi durante le giornate sono piena di cose da fare e non ho proprio il tempo di annoiarmi.

Ovviamente bisogna essere in grado di gestire la solitudine, in quanto non è facile all’inizio trovarsi da soli con se stessi in un posto che non si conosce.

Hai mai avuto momenti di difficoltà nel viaggiare da sola?

Quando avevo 24 anni ero andata ad Instambul, e avevo prenotato un hotel su Booking, nella zona più moderna della città e più centrale.

Quando viaggio da sola tendo sempre a stare nelle zone più movimentate, anche per la mia sicurezza.

Arrivata all’hotel, mi dicono che non c’è la mia prenotazione, e mi scortano in un altro piccolo hotel nella zona antica.

In questo piccolo hotel a gestione famigliare, mi aprì il proprietario completamente ubriaco, di pochi anni più grande di me.

Di notte provò più volte ad entrare nella mia stanza e di giorno mi chiuse dentro l’hotel a chiave.

Alla fine riuscì a scampare da quella orribile situazione, e ad andare in un altro hotel.

Se mi succedesse oggi probabilmente mi verrebbe un infarto. 🙄

Non ho mai paura a viaggiare da sola, ma bisogna davvero essere molto cauti e premurosi, anche nella scelta dell’hotel.

Che consigli daresti a chi vorrebbe cominciare a viaggiare da solo?

  • Non fatevi influenzare dagli altri: questa è la vostra esperienza quindi non badate a ciò che dicono gli altri.
  • Prepararsi sui posti che si vistano: è sempre bene conoscere le usanze, le tradizioni e la cultura del posto in cui viaggiamo.
  • Scegliere bene l’alloggio: informatevi sulla zona e scegliere un hotel sicuro e tranquillo, leggere le recensioni.
  • Se avete paura della solitudine provate l’ostello, in quanto si conoscono persone meravigliose ed è un’esperienza splendida.
  • Accessori: portate un powerbank per il cellulare così in caso di bisogno non vi trovate con il telefono scarico
  • Socializzate: approfittate dell’essere da soli per comunicare con gli altri e fare nuove amicizie, non siate timidi.

Parliamo di progetti futuri: cosa bolle in pentola?

Non ho mai fatto progetti a lungo termine, non fa parte del mio carattere.

Mi piacerebbe far crescere ancora di più il mio blog e un giorno viaggiare solo per passione, senza ritmi dettati da altri.

Poi mi piacerebbe vedere tutti i paesi del mondo che ancora non ho mai visto.

A breve partirò per un viaggio di gruppo in Messico.

Per il resto si vedrà.

IG @inviaggiodasola

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