Ho colto un’opportunità dal mio licenziamento: oggi sono un travel blogger e vivo di viaggi

Cogliere un’opportunità da un licenziamento inaspettato? Non è da tutti, e sicuramente non è facile, ma è quello che ha fatto Andrea Petroni, quando nel 2015 fu licenziato dal suo impiego, subendo una brutta batosta, ma cogliendo l’opportunità di costruirsi la vita dei suoi sogni da quel momento di crisi.

Siamo abituati a lamentarci, a pensare che le cose brutte debbano capitare sempre a noi, ma non si dice: “non tutti i mali vengono per nuocere” ?

 

Ciao Andrea dicci chi sei…..

Ciao Nico grazie per questo spazio.

Mi chiamo Andrea e sono un travel blogger, ho cominciato questa avventura nel 2009, quindi nel periodo di massima espansione delle compagnie aeree low cost, quando c’erano i famosi biglietti a 1 centesimo, praticamente si poteva viaggiare gratis.

Li cominciai a girare l’Europa con la mia fidanzata (ora mia moglie), e anche per tenere aggiornati amici e parenti sui miei spostamenti e sulle fantastiche offerte del periodo, ebbi l’idea di aprire un blog.

Per circa 5 anni lo curai a livello amatoriale, in quanto dovevo integrare il tutto con quello che era il mio impiego a tempo pieno presso un istituto finanziario, ma il blog cresceva sempre di più anno dopo anno.

Poi successe che nel 2015 l’azienda per cui lavoravo decidette di chiudere e io fui licenziato, li colsi la palla al balzo e cominciai a sviluppare il mio progetto a livello professionale.

 

Essere travel blogger, c’è stato un pò un abuso di questo termine in questi anni, sei d’accordo?

Grazie per avermi fatto questa domanda, non potrei essere più d’accordo!

Oggi basta che si parli di viaggi sui social o sul web per essere definiti travel blogger, assolutamente sbagliato!

Il Travel Blogger è colui che possiede un blog dove scrive di viaggi e guadagna in corrispondenza di esso; al contrario, chi possiede un canale youtube, una pagina instagram o facebook, può essere definito diversamente.

Ovvio che un travel blogger può anche possedere le pagine social, ma prevalentemente le usa per farsi conoscere e per mostrare i suoi viaggi, ma un travel blogger lavora principalmente con il suo blog.

IG @vologratis

 

Quindi quale è la differenza sostanziale tra sviluppare dei canali social piuttosto che sviluppare un blog?

Ci sono un infinità di differenze.

La prima fra tutte è la vita del contenuto che è molto più lunga sul blog piuttosto che sui social, infatti si stima che un contenuto su google viva in media fino a 2 anni, mentre su Instagram dura solo 21 ore.

Inoltre solitamente una persona sui social scopre il contenuto, ma è poi sul blog che lo va ad approfondire.

Instagram per esempio offre un’ispirazione, ma solitamente l’utente finale prima di finalizzare l’acquisto approfondisce e cerca informazioni su google, per questo è importante posizionarsi con alcune parole chiave.

Negli ultimi anni le persone hanno preferito sviluppare dei profili social piuttosto che un blog, penso anche per una questione visiva di risultati; sui social infatti è più facile constatare il risultato di una foto o di un video tramite i likes, mentre è molto più difficile vedere i risultati di un determinato blog.

Inoltre in molti si sono concentrati solo su Instagram ultimamente, ma in realtà anche gli altri social portano tantissimo, per esempio, in molti dicono che Facebook è morto, ma è assolutamente sbagliato, Facebook va ancora fortissimo e soprattutto per quanto riguarda i viaggi, perché su Facebook ora l’età media si è alzata quindi ci sono proprio quelle persone che possono permettersi di viaggiare.

Ma anche pinterest, twitter e linkedin sono ottime piattaforme.

 

Seguo il tuo blog e ci deve essere un lavoro enorme dietro. Come fai a scrivere così tanto? Dove trovi gli argomenti per poter scrivere?

Quando scrivevo a livello amatoriale avevo spesso questo problema, in quanto non conoscevo bene gli algoritmi e non sapevo scrivere in chiave seo, ma all’epoca per me era importante anche solo mettere ciò che scrivevo su Facebook per farlo leggere ai miei seguaci.

Poi quando Facebook ha cominciato a ridurre la reach organica, ho cominciato a capire come posizionare i miei articoli su Google, quindi a studiare seo.

Oggi faccio così: Una volta che mi viene un’idea su un argomento specifico, vado su Seozoom (ma ci sono anche altri tool online) e inserisco l’argomento su cui voglio scrivere; il programma mi offre una serie di parole chiave più ricercate insieme alle correlate, ed esse le vado ad inserire tutte all’interno del mio articolo, ovviamente con una tecnica specifica.

Cerco di scrivere l’articolo più completo possibile, mettendomi nei panni del lettore.

Ad ogni modo, io ho creato un libro “professione travel blogger” dove riassumo tutte le tecniche seo, come guadangare con un blog di viaggi, gestione social network ecc.

Esiste anche un gruppo facebook “professione travel blogger” dove vi è una community molto attiva, utile per scambiarsi opinioni e trovare spunti interessanti.

IG @vologratis

 

Interessante: ci puoi spiegare in sintesi come guadagna un travel blogger?

La mia principale entrata derivano dalle pubblicità che sono presenti sul mio blog, e li è tutto rapportato al numero di lettori che hai, per questo è importante avere molto traffico.

Poi ci sono le collaborazioni, per esempio con la compagnia aerea, con l’ente del turismo, con la compagnia di navigazione ecc.

Anche la vendita del video o delle foto, o le affiliazioni con i portali di hotel o anche amazon.

 

Viaggiare lavorando: quanto cambia il viaggio vissuto come un travel blogger piuttosto che viverlo come un turista?

Essere un travel blogger significa anche lavorare mentre si viaggia, mentre si esplorano i vari punti di interesse di un certo luogo.

Questo significa dover costantemente creare contenuti, sia foto, video e poi una volta finito il viaggio anche contenuti editoriali.

E’ sempre piacevole viaggiare, ma ovviamente non è la stessa cosa come quando lo fai da perfetto turista, per questo ogni tanto mi concedo anche qualche viaggio di piacere con la mia famiglia.

IG @vologratis

 

E’ tutto molto interessante, ma facciamo un passo indietro; hai detto che sei diventato travel blogger a seguito di un licenziamento, spiegaci meglio questo passaggio.

Semplicemente ho fatto nascere un’opportunità da un qualcosa di negativo come un licenziamento inaspettato.

Avevo avuto la “fortuna” e la passione di aprire il mio blog quando ancora lavoravo per l’istituto finanziario, lavoravo in pausa pranzo o di notte e viaggiavo nei weekend, e questa mia passione mi ha fatto portare avanti il tutto in parallelo al mio precedente lavoro.

Quando poi arrivò il licenziamento pensai che era il momento buono per provarci, anche perché io desideravo da tempo un cambio vita radicale.

Era il momento giusto!

Da quel momento mi rimboccai le maniche ancora di più, mi svegliavo alle 5 di mattina per lavorare sul mio blog, studiavo e cercavo collaborazioni.

Poi arrivò l’offerta di una casa editrice per scrivere un libro e da li è nato tutto quanto, seguirono le varie interviste e i contatti sulle radio.

Ho messo davvero tanto impegno e penso che alla fine sia stato ripagato.

Ovviamente ho avuto i miei momenti di sconforto, in quanto il riscontro non fu immediato anzi, ma sono stato testardo e alla fine ce l’ho fatta.

Ci sono voluti 3 anni per riuscire a trasformare la mia passione in un lavoro.

 

Sul web passa spesso il messaggio del mollare tutto e trovare il lavoro dei tuoi sogni, tu cosa ne pensi?

Probabilmente andrò contro corrente a quello che dicono tutti, ma io non consiglio a nessuno di lasciare il proprio lavoro per rincorrere una passione.

Nonostante oggigiorno girino tutti questi titoloni tipo “molla il lavoro e inizia una nuova vita“, ragazzi, non lo fate!

Per lo meno abbiate sempre un piano B, in modo da non rischiare di rimanere in braghe di tela, se avete una passione sviluppatela in parallelo a qualcos’altro, perché i primi tempi probabilmente non saranno remunerativi.

Quello che dico è: non lasciate un lavoro certo per qualcosa di incerto, piuttosto lasciate il lavoro certo solo quando avete realmente capito che quella vostra passione può diventare qualcosa di concreto.

Sai quanti ne conoscono che hanno fatto il salto nel buoi e poi si sono pentiti? Tantissimi.

Oggi avere un lavoro è una cosa importantissima, quindi prima di mollare qualsiasi cosa pensateci bene e pensate alle eventuali conseguenze.

E’ chiaro poi che se ad un certo punto il vostro progetto esplode e vi porta della liquidità, a quel punto si può anche considerare di voltare pagina con una nuova vita.

Inoltre, non si deve rimanere ingannati dal mondo dei social.

Su Instagram per esempio è pieno di gente che tramite foto e video mostra una vita che non è reale; essere travel blogger non significa fare l’aperitivo di fronte alla spiaggia, ovviamente c’è il momento di svago, ma dietro, come dicevo prima, c’è tantissimo lavoro.

La maggior parte della gente che si mostra viaggiando su Instagram non ha neanche un blog che monetizza per esempio, oppure, peggio ancora, finge collaborazioni taggando partner commerciali fittizi.

Insomma, è un mondo effimero e si deve prestare molta attenzione.

IG @vologratis

 

In effetti c’è sempre più gente che decide di mollare tutto per costruirsi una nuova vita. C’è una qualche correlazione con l’inganno dei social di cui mi parlavi, oppure è semplicemente qualcosa che non funziona nel nostro sistema lavorativo tradizionale?

Secondo me sono entrambe le cose.

C’è sicuramente un’insoddisfazione nostra, diciamo che negli ultimi anni il modello che ha tenuto tranquilli i nostri genitori ha cominciato a vacillare, perché noi stiamo vivendo gli anni di una crisi economica, quindi il lavoro “sicuro” non esiste più.

I social e i media hanno fatto il resto, facendo credere alle persone che cambiare vita sia facile, che è possibile diventare ricco bello e famoso in pochissimi giorni, ma ovviamente non è così, anzi.

 

Diventare travel blogger oggi: c’è ancora spazio secondo te?

I tempi sono sicuramente cambiati rispetto al 2009, ma oggi, grazie appunto al fatto che molti travel blogger si sono concentrati maggiormente sui social, si è creata una specie di finestra che può dare molte possibilità anche a blogger emergenti.

E’ importante oggi trovare una nicchia, perché altrimenti se si parla in modo generico di viaggi si rischia di finire nel calderone.

Io consiglio inoltre di imparare ad essere utili, e non solo ad apparire, errore che fanno in molti che si concentrano solo sui social.

 

Giusta riflessione. Parlaci dei tuoi progetti futuri: cosa bolle in pentola?

Una novità è il fatto che comincerò a collaborare anche con delle università, infatti partirà a breve un master con lo IED qui a Roma.

Quando finirà questo periodo del corona virus ho tanti viaggi da riprendere, adesso è un pò tutto in stand by, speriamo passi in fretta.

IG @vologratis

 

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